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Martedì, 23 Aprile 2024
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“Libero di sognare”: Franco Baresi vince il Premio letterario sportivo “Memo Geremia”

La serata di premiazione del 8° edizione del Premio letterario Memo Geremia vede la storica Maglia n° 6 del Milan e della Nazionale Italiana presenziare nell’insolita veste di autore

Chi non ha mai sentito parlare di Franco Baresi alzi la mano. Poche, pochissime, sono le braccia alzate, persino tra le nuove generazioni.

Perché Baresi è stato ancora prima che un uomo e un calciatore a dir poco leggendario, un esempio di correttezza e sportività, di impegno e passione, di clamorosi successi e altrettanto clamorose sconfitte.

Nella sua lunga e vittoriosa carriera nel Milan degli anni ‘90, lui era il Capitano per eccellenza, posto a impenetrabile difesa dell’area di una delle squadre di calcio più forti di quel periodo, tanto che la sua maglia, la n° 6, fu definitivamente ritirata dalla Società, nel momento del suo addio al calcio giocato. Da quel momento, nessuno ha più avuto l’onore e l’onere di indossarla.

Era, però, anche l’eroico Capitano di una Nazionale, arrivata a un passo dal premio più ambito, che tornò purtroppo in patria con le lacrime agli occhi. Le sue lacrime, quelle di Baresi, che fallì, ahinoi, uno dei rigori decisivi.

Franco Baresi, con il suo libro, manda un messaggio alle nuove generazioni

Un calciatore, insomma, che avrebbe potuto raccontare mille esperienze che hanno costellato la sua intera carriera, ma anche un uomo che ha effettivamente deciso di condividere le altrettante emozioni provate in un’intera vita.

Le ha raccolte in un libro intitolato “Libero di sognare, un’opera che è stata oggi valutata da una giuria tecnica, insieme a moltissime altre proposte inviate dalle case editrici di tutta Italia, e che ha ottenuto il riconoscimento principale del Premio letterario sportivo Memo Geremia,, organizzato dall’Ascom Confcommercio Padova.

Insomma, Baresi vince ancora, ma questa volta lo fa fuori dalla sua comfort zone, fuori da quel campo in erba che lo ha visto correre libero. Vince oggi su un terreno completamente diverso, quello della carta stampata, quello delle parole. Un terreno sicuramente ostico per un uomo timido nella vita di tutti i giorni, ma anche per un Capitano autorevole, a cui bastavano solo pochi semplici gesti per comandare una vera e propria armata invincibile.

Vince, però, soprattutto, il messaggio che un uomo simbolo del suo calibro può mandare, anche a distanza di anni, ai più giovani. Un messaggio che parla di valori e cultura sportiva, di rispetto dell’avversario, di sudore e fatica, di obiettivi che ci si pone nella vita.

Con Memo Geremia Padova celebra lo sport dai sani valori 

Gli stessi principi che erano propri di un altro sportivo che con questo Premio ha decisamente molto a che fare, quel Guglielmo “Memo” Geremia a cui il premio è dedicato. Memo è stato un punto di riferimento ineguagliabile nella storia sportiva, sociale e imprenditoriale padovana. La sua carriera nel rugby è iniziata alla fine degli anni ‘40 e, proprio come Baresi, l’ha visto trionfare in Serie A e in Nazionale, in entrambe le vesti di atleta e allenatore. Ma la meta più importante l’ha raggiunta sicuramente dopo tutti questi successi, realizzando nella sua Padova un impianto sportivo dedicato al rugby, nel quale, parole sue, “far correre i nostri ragazzi, così li togliamo dalla strada e li facciamo fare sport a casa loro”.

Un uomo che è stato inno all’umiltà e all’onestà e che ha voluto con le sue parole e, ancor più con i suoi gesti, essere d’esempio per le nuove leve.

Tutti i vincitori del Premio Memo Geremia

Ma insieme a questi due campioni di ieri, il 20 ottobre, alla serata di gala e di premiazione, sono stati celebrati anche i vincitori delle altre categorie letterarie a concorso. Anch’essi sportivi, anch’essi simboli, con le loro storie e vite, di uno, anzi di tanti sport fatti di sacrificio, passione e dedizione.

A salire sul palco dell’Aula Magna del Palazzo del Bo di Padova, presentati dai giornalisti Gianluca Di Marzio e Micaela Faggiani, saranno dunque:

  • Il Premio “Ali Librai andrà a Enzo Beretta, con l’opera “Il re degli ultimi”: i 7 anni di Maradona a Napoli, raccontati da un giornalista professionista, rappresentano la perfetta storia di riscatto di un’intera città, ma anche la caduta di un uomo venerato come un Dio.
  • Il Premio “Coni andrà a Francesca Porcellato con Matteo Bursi, per l’opera “La rossa volante”: lei, campionessa paralimpica, lui giornalista, affrontano il tema della disabilità e della vita, portando a testimonianza la lotta per la vittoria della Porcellato.
  • Il Premio della sezione libri “per Ragazzi l’ha vinto Maxime Mbandà, con il libro “Fuori dalla mischia”: scritto dal nazionale di rugby, è un testo che parla di integrazione, amore per la vita, una lettera aperta al figlio ancora piccolo.
  • Il “Premio alla Carriera Sportiva” andrà a Andrea Borella, campione olimpico di fioretto a squadre nel 1984 e 5 volte campione del mondo.
  • Il “Premio Speciale del Presidente” sarà destinato al Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, sezione di Atletica: un team che, negli anni, ha dato lustro alla città di Padova con i suoi successi e che ha contribuito a diffondere la cultura sportiva nei tanti ragazzi del territorio padovano, offrendo loro un ambiente salubre e un luogo attrezzato nei quali potersi allenare.

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A Padova, sport, turismo e cultura giocano nella stessa squadra

Ecco, dunque, che la serata di gala del 20 ottobre, è stata non solo un’occasione per valorizzare lo sport in tutte le sue declinazioni, ma anche un’opportunità, per Padova, di mostrarsi come centro di cultura, di turismo sportivo e di valori universali che potranno ispirare e spingere i più giovani a intraprendere strade virtuose e a porsi obiettivi sempre più alti, nello sport come nella vita.

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