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Dalla pagina Facebook al loro primo libro: i "Calciatori brutti" sbarcano in libreria

I due giovani padovani Daniele Roselli e Samuele Maffizzoli che, insieme a Enrico Modica, hanno creato la pagina social, seguita da oltre un milione di persone, hanno lanciato il libro omonimo

Sarcasmo, cinismo, simpatia e tanta dose di ironia. Loro sono Daniele Roselli e Samuele Maffizzoli due giovani padovani che hanno deciso di esportare la loro simpatia sul web e sono diventati un vero e proprio fenomeno social.

LA PAGINA. La pagina "calciatori brutti" vi dice nulla? Probabilmente se amate il mondo del pallone e avete Facebook sì. Ebbene i due ragazzi, con l'amico Enrico Modica, grazie a questa iniziativa, hanno dato voce al mondo del calcio più dissacrante, facendo del pallone la loro filosofia di vita e, ora, anche il soggetto del loro libro "Calciatori brutti - Storie di calcio e calci": una raccolta di storie vere, e più assurde, legate al mondo del pallone, presentato al festival di Padova "Sugar pulp".

CONFESSIONI. Ai loro fan, quasi 1 milione e 500mila persone, hanno spiegato: "A inizio anno ci è stato chiesto di raccontare la nostra storia in un libro, perché ultimamente molti personaggi o gruppi nati sul web lo fanno e noi potevamo essere uno di questi. Ci siamo guardati in faccia (che già non è una bella esperienza) e ci siamo messi a ridere perché a nessuno sarebbe interessata l'ennesima storia di tre ventenni con un po' di seguito su internet. Chi ci segue ha vissuto il calcio, lo spogliatoio, le docce ghiacciate in inverno, le domeniche in panchina, gli infortuni, le vittorie e le batoste. Chi ci segue vuole questo, non la nostra vita. Abbiamo deciso di raccogliere delle storie sul calcio di provincia realmente accadute, raccontate attraverso gli occhi dei veri protagonisti di calciatori brutti: voi. Da chi non ce l'ha fatta a chi grazie al calcio è tornato a vivere, da chi ha pianto per aver vinto il torneo della scuola di fronte alla ragazza che gli piaceva a chi ogni domenica si mette un fischietto in bocca e va in guerra. Abbiamo cercato di dare voce a chi considera il calcio la più grande scuola di vita. Speriamo vi piaccia, per noi è già un orgoglio dimostrare che non sappiamo solo esprimerci a gesti".
 

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