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Baldini is Back, il ritorno del numero 92 del Cittadella

Enrico Baldini ha recuperato dalla lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro e scalpita per tornare a disposizione del Cittadella la prossima stagione

La buona notizia: Enrico Baldini è pronto per giocare. Anche se manca un mese e mezzo all'inizio della prossima stagione, il numero 92 del Cittadella è sempre in campo. Scalpitante come un torero, in attesa di riprendere a fare quello che gli riesce meglio: i gol. E solo Gorini e i suoi compagni sanno quanto è mancato il Baldo, con Antonucci di gran lunga l'uomo di maggiore talento della squadra. Insostituibile, non replicabile, unico. 236 giorni dopo quel maledetto movimento in allenamento che gli costato la lesione del crociato anteriore destro, Baldini tutti i giorni si allena per presentarsi la prossima stagione tirato a lucido. Ha un debito con la fortuna e vuole recuperare in fretta il tempo perduto in questi mesi lontano dal gioco. «Sto molto bene, il recupero prosegue bene, ormai sono arrivato in fondo alla riabilitazione», conferma il talento ex Inter. «Durante la riabilitazione mi avevano ripetuto che sarei stato pronto per il prossimo campionato e i tempi sono stati rispettati». Un Baldini che già a maggio ha riassaggiato il gruppo. «Nelle ultime due-tre settimane ho lavorato sempre con i compagni e mi sentivo bene. Ero in contatto un po' con tutti: da Perticone a Danzi, da Branca a Pavan, mi è mancato lo spogliatoio. Vederli da fuori è stata parecchio dura. Questo periodo mi ha dato la consapevolezza che bisogna dare più valore a quello che abbiamo. Da fuori si soffre molto di più, perché non puoi fare nulla per aiutare la squadra».

Un gruppo che si è saputo esaltare nelle difficoltà, regalando anche a Baldini un'altra stagione in serie B con il Cittadella? Anche con il contratto in scadenza, Baldini è tranquillo su quello che è il suo futuro: «Del contratto non ho ancora parlato, ma dopo una stagione dura per tutti un po' di relax mentale ci vuole. Io al Cittadella sto bene. L'ambiente è perfetto e si lavora bene. Vediamo. Per quanto riguarda le vacanze penso che farò solo una decina di giorni tra Spagna e Sardegna. Devo allenarmi, perché dopo un infortunio così le vacanze sono l'ultimo pensiero». Consapevolezza e positività, sempre. Baldini in questo senso non ha mai dubitato dei suoi compagni: «Cattive sensazioni non ne ho mai avute, perché sapevo che il gruppo avrebbe fatto la differenza. Ci sono stati momenti di difficoltà, indubbio, ma sconforto mai. Ero sicuro ci saremo salvati, mi sono affidato a loro. Sono stato spesso al fianco della squadra durante la stagione, perché sapevo che la mia presenza poteva essere utile. È stata una salvezza sudata, ma la soddisfazione è stata grande».

Quanto è mancato Enrico Baldini? Interrogativo che in tanti dalle parti del Tombolato si sono posti nei mesi più duri del cammino granata, alla luce della grandissima stagione di Antonucci, spesso l'unico a cantare e portare la croce nella trequarti offensiva granata. «Credo che con Mirko (Antonucci ndr.) ci saremmo divertiti. Avremo dato continuità alla stagione scorsa e sarebbe stato un bell'anno». Una stagione che ha evidenziato una Serie B di gran lunga più competitiva rispetta al passato: «Sapevo che il livello del campionato era molto più alto rispetto agli altri in anni in cui 2-3 erano sempre spacciate ad un certo punto. Quest'anno metterne cinque alle spalle è stato difficile. Chi va in A? Stanno bene Cagliari e Parma, ma potenzialmente potrebbero andarci tutte. Cosa fa la differenza in questi casi? Solo chi sta meglio, perché i giocatori di qualità sono ovunque. Penso a Vazquez al Parma, Cheddira al Bari, Lapadula al Cagliari, ogni squadra ne ha uno. Chi va in C? La testa fa la differenza, anche se il Cosenza ha un piccolo vantaggio dopo l'andata».

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