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Eccellenza, Albignasego: mister Antonelli "Sapevo che sarebbe arrivata la salvezza"

Il tecnico protagonista della salvezza dell'Albignasego, in esclusiva a Padova Oggi, racconta la stagione di Mbida e compagni sino all'ultima decisiva gara la scorsa domenica sul campo dell'Abano

"Devi passare i giorni tristi, per vivere quelli felici", così è intitolato l'ultimo post su Instagram di Vito Antonelli, con tre foto del gruppo Albignasego in festa dopo la salvezza conquistata a Monteortone contro l'Abano. Barese di nascita, rodigino d'adozione, cittadino onorario di Albignasego, dopo la permanenza in Eccellenza regalata all'ultima giornata alla società del presidente Cecconello, per l'ex compagno di stanza di Antonio Cassano nelle giovanili del Bari, l'ennesima sfida vinta in panchina, ma anche con se stesso. "In tanti mi hanno dato del pazzo quando ho accettato la proposta del presidente Cecconello," sottolinea l'ex tecnico degli Allievi Under 16 del Chievo, valorizzatore tra gli altri di quel Samuel Vignato che sta facendo sfracelli in B al Monza ad appena 18 anni, "eppure sapevo che qui ad Albignasego c'era tutto per fare bene. E poi sono un uomo che ama le sfide e questa era troppo stimolante per lasciarmela scappare". Questo il pensiero di uno degli studenti più brillanti nel corso Allenatori Uefa A di Coverciano tra il 2019 e il 2020. Rimasto a piedi quest'estate, dopo l'esclusione e sparizione del Chievo Verona dai campionati professionistici e dilettantistici dopo quattro stagioni nel settore giovanile clivense, Vito Antonelli non ci ha pensato due volte ad accettare la proposta dell'Albignasego, subentrando a Raffaele Berra a fine novembre 2021. Nel giro di 6 mesi ha trasformato la scialuppa Albignasego in una nave di pirati in grado di togliersi soddisfazioni mica da ridere, come le vittorie con Giorgione ed Arcella, e di salvarsi con pieno merito all'ultima giornata, al termine di un campionato sempre durissimo come l'Eccellenza di quest'anno.

In esclusiva a PadovaOggi, le sue parole: 

Questa salvezza con l'Albignasego, l'impresa più bella della sua carriera mister Antonelli? È stata un'esperienza tostissima, davvero dura. I ragazzi, da quando sono arrivato, hanno fatto un percorso di grande crescita, seppure nella sofferenza. Infortuni, squalifiche, sconfitte inaspettate dopo belle vittorie, abbiamo sempre lavorato nella sofferenza. Eppure in questa sofferenza, abbiamo tirato fuori tutto e personalmente oltre al lavoro di campo mi sono ritrovato a lavorare anche dal punto di vista psicologico, motivazionale, societario, cercando sempre di fare da collante e creare positività intorno al gruppo. Tra tutte le esperienze, questa salvezza con l'Albignasego credo sia una delle più felici, insieme agli anni di Verona con il Chievo. Il risultato finale è stato tanto bello, proporzionato alla sofferenza vissuta durante il percorso. 

Quando ha capito che si sarebbe salvato? Ho sempre avuto la sensazione che ci saremmo salvati all'ultima giornata e che avremmo sofferto. L'esperienza mi ha sempre insegnato questo. Talvolta anche a livello personale, la fortuna mi ha girato le spalle. Penso al Chievo Verona, quando con gli Allievi U16 sono arrivato secondo ad un passo dalle Final Eight alle spalle dell'Atalanta (con cui è rimasto imbatutto quell'anno ndr). Qui ho avuto la sensazione che la storia sarebbe cambiata e che mi sarei salvato. Nel girone di ritorno ho visto una squadra compatta, con dei valori importanti, viva. Ci credevo. La caduta di Scardovari, al termine di una gara dominata, ci ha - mi ha - demolito a caldo, ma poi se ripenso al discorso fatto alla squadra alla ripresa, in cui ho mescolato calcio e vita, ho ancora i brividi. Le ultime due gare non le abbiamo sbagliate e con sofferenza, fatica, ce l'abbiamo fatta e tutto si è avverato come previsto. 

Si aspettava un cammino così duro? Sono onesto, quando ho accettato in tanti mi hanno dato del matto. Lo hanno fatto anche durante questi mesi, quando questa squadra ha fatto meno punti di quanti meritasse. Vuoi l'episodica, vuoi altri aspetti, ma in certe gare non abbiamo raccolto quanto seminato. In ogni partita ho sempre visto tanto gioco, tanta corsa, occasioni. Ho sempre tenuto duro e cammin facendo ho scoperto la qualità dei giocatori in questa rosa. I risultati mi hanno dato ragione alla fine. 

Il mercato di dicembre ha aiutato in questo senso, con gli innesti di gente come Hicham Arma (7 gol in 13 gare), Cecchele, Maniero, Puppa. Sono contento di aver avuto a disposizione giocatori come Cecchele ed Arma, ma non dimentico nemmeno Maniero (classe 2004) o Puppa, che ci hanno rafforzato tanto. Cecchele ed Arma dovevano essere portati da 10 a 100 e loro si sono calati perfettamente nel contesto. C'è da dire che entrambi sono due grandi lavoratori ed hanno fatto bene proprio per questo motivo. Allenare gente del genere è stata una manna dal cielo per me. Su Arma poi sono molto contento che abbia reso così. 

In che senso? Per convincerlo a venire da noi abbiamo fatto non so quante telefonate con lui e il procuratore. Ricordo quando a dicembre mi è arrivato un video con le sue giocate con la maglia dell'Albaronco, squadra della Promozione nel veronese. Ho subito cercato il numero del procuratore e in ventiquattro ore siamo riusciti a bruciare la concorrenza del Bassano. Ricordo che stava andando nel vicentino, quando l'ho chiamato, convinto a cambiare strada e venire ad allenarsi da noi. Dopo un allenamento ho chiesto subito alla società di tesserarlo. Sono felice di aver vinto questa scommessa. 

Scommessa stravinta mister: Arma 7 gol in 13 partite. Domanda secca, può salire ancora di livello? Assolutamente si, perché è un grande professionista. Lavora anche oltre gli allenamenti della squadra, allenandosi in palestra o a casa. Si allena il doppio rispetto a tanti. A livello tecnico, emotivo e mentale c'è. Ora deve fare le scelte giuste, come dico io non cercare di correre troppo. 

Si spieghi mister. Bisogna fare i passi in avanti giusti. Ho già parlato assieme, ora sta a lui fare le scelte che sente migliori per sé. L'importante è non correre troppo ripeto, perché c'è il rischio di tornare indietro. Il passo in avanti lo può fare anche qui con l'Albignasego. 

Capitan Mbida, Arma, il presidente Cecconello, in tanti nell'ambiente Albignasego dicono 'questa salvezza è firmata Vito Antonelli'. Conferma? La salvezza è di tutti. A partire dal presidente Cecconello, che mi ha sempre dato fiducia anche dopo tre sconfitte di fila, proseguendo con i ragazzi e lo staff, senza dimenticare tutte le persone che lavorano per l'Albignasego. Mi sono sentito un trascinatore, quello si. Ho sempre mantenuto la fiamma della positività ben alimentata. Non ho mai mollato, non mi sono mai lasciato prendere dalla negatività e mi sono arrabbiato con chi percepivo o sentivo che non era convinto di raggiungere l'obiettivo salvezza. Questo è il merito, modestamente, che sento di prendermi.

Inevitabile pensare al futuro, i presupposti per continuare all'Albignasego, ci sono? Si, perché ho trovato un ambiente che mi stima e mi vuole bene. Un posto bello dove lavorare e io mi affeziono ai luoghi dove lavoro, creando senso di appartenenza con la piazza. E poi mi rifaccio al discorso fatto prima per Arma: nemmeno io voglio fare passi sbagliati. Qualche chiamata è arrivata e potrebbe arrivare, però a me piace costruire e qui ad Albignasego sento che ci sono le potenzialità per farlo.

Verrebbe da dire che ci sono le basi per riportare in alto l'Albignasego. La salvezza non è un traguardo, ma una prima semina su cui far crescere questa realtà. Sarei contento di far parte della crescita dell'Albignasego del futuro. Poi come ho sempre detto il calcio è un lavoro e bisogna vedere le occasioni che si pongono davanti. Sono ambizioso a prescindere dal calcio, ma la gratitudine che provo per il presidente Cecconello, che mi ha scelto in mezz'ora nell'autunno scorso bevendo un caffè, è tanta e mi fa pensare che ci sono tutti presupposti per continuare assieme. Lui mi ha sempre dato fiducia con parole importanti e profonde a livello umano. Anche quando le cose andavano meno bene. A breve parleremo per pianificare, in caso, la stagione prossima e fare le cose fatte bene. 

Ultima domanda d'obbligo: felice per la promozione della Clivense di Sergio Pellissier? Sono molto contento per Sergio e per quello che ha costruito. 

E sul Chievo? La società è ancora attiva, ci potrebbe essere qualche chance di accorpamento con qualche realtà della serie D (rumors indicano il Sona, come principale indiziato ndr). Spero che il Chievo possa ritornare al più presto dove gli compete. Per quattro anni della mia carriera è stata la mia seconda pelle. 

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