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Promozione, girone C: Nicolò Cavaliere (Monselice) "Il peggio è alle spalle, non vedo l'ora di tornare in campo"

Il classe 2002 sta recuperando dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro dopo l'operazione del dicembre scorso

Il crac i primi di settembre, durante il derby in Coppa Veneto con l'ABC Arre Bagnoli Candiana. Rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Una vera disdetta per uno dei giovani più appariscenti del campionato 2021-2022 del Monselice, Nicolo Cavaliere. Tre mesi di terapie ed allenamenti conservativi e poi l'operazione al Salus di Ferrara a dicembre. A Monselice lo aspettano a braccia aperte. Ecco le sue dichiarazioni: 

"L'infortunio? È stata una bella batosta Ho fatto tre mesi di allenamenti mirati in vista dell’intervento chirurgico e il 12 dicembre sono andato sotto i ferri alla clinica “Salus” di Ferrara: ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro con annessa “plastica” laterale, una tecnica innovativa per aumentare la stabilità del ginocchio. Ad oggi posso dire che la fase più dura è alle spalle: al ginocchio non ho più dolore e il percorso riabilitativo mi porta a sentire sempre di più l’odore del campo. A marzo potrò iniziare a sostenere una blanda corsa rettilinea e ad aprile dovrei riuscire ad introdurre i primi cambi di direzione. Gradualmente tornerò a prendere contatto anche con il pallone, fino ad arrivare ai fatidici sei mesi post-operatori che dovrebbero consentirmi di tornare finalmente a giocare. Per la prossima stagione sarò pronto e non vedo l’ora. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente i professionisti che mi stanno seguendo: l’ortopedico Alex Maron, il fisioterapista Luca Trevisan e il preparatore atletico Giovanni Bissacco. Durante la settimana, terapie permettendo, cerco di essere più presente possibile agli allenamenti. Vivo molto lo spogliatoio, i ragazzi mi aiutano tanto e mi fanno sempre sentire parte del gruppo, malgrado io non possa dare loro una mano in campo. Ascoltare i discorsi del mister, sia in settimana che prima di ogni partita, mi trasmette una carica pazzesca. L’anno scorso avevo la possibilità di sfogarmi direttamente in campo, ora invece è come se fossi sempre attaccato alla presa della corrente: pronto, appena il ginocchio reggerà, a tornare nella mischia con i miei compagni."

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