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Serie B, Cittadella: Federico Giraudo "Abbiamo tutte le carte in regola per salvarci"

L'ex della sfida presenta la Reggina di mister Inzaghi, alla vigilia dell'incontro di sabato al Tombolato

Sport preferito il tennis, idolo assoluto Sua Maestà Roger Federer. Già da questi due indizi si può capire che Federico Giraudo è un uomo spiazzante per i ritmi del pallone attuale. Se a questo si aggiunge una prossima laurea in Comunicazione, proprio come l'ex Cassandro, con tesi sullo sviluppo dei diritti televisivi nel calcio italiano, diventa tutto chiaro. Nel campo, come nella vita, Federico Giraudo ama parlare - mai a vanvera - ma soprattutto riflettere con attenzione alle parole. L'ultimo arrivo in casa Cittadella, proveniente proprio dalla Reggina prossima avversaria in campionato al Tombolato, ha raccontato il primo mese sotto le mura tra questioni di adattamento tattico, ambiente granata tutto da scoprire e il sogno, un giorno lontano, di fare il giornalista. 

Come nasce la trattativa con il Cittadella? In modo veloce. A gennaio il mio procuratore mi ha parlato dell'interesse del Citta, io volevo cambiare aria perché a Reggio Calabria stavo trovando poco spazio. Volevo provare qualcosa di nuovo. Parlando con il direttore Marchetti ho percepito il desiderio e l'interesse nel portarmi qui. Tanto a livello umano e professionale. L'ho apprezzato molto e sono convinto di avere fatto la scelta giusta. 

Anche perché due giorni dopo il tuo arrivo sei subito titolare nel derby con il Venezia. Come ti sei calato in questa realtà? Non mi aspettavo di partire titolare contro il Venezia, anche se parlando con mister Gorini mi aveva fin da subito manifestato la sua fiducia. Il Cittadella, da sempre, è una squadra riconoscibile, con un'identità precisa quando scende in campo. Da avversario è sempre difficile da affrontare. Nel mio ruolo (il terzino sinistro ndr) sto cercando di mettere dentro quanti più concetti in grado di velocizzare il mio inserimento. Il sistema di gioco mi piace e credo possa essere una grande opportunità di arrichimento per la mia carriera. 

Cosa ne pensi del gruppo? Sono stato sorpreso in modo positivo. Dal lato umano e professionale. L'ambiente è famigliare ed è fantastico. A livello professionale sul campo vanno tutti a 3000 e vedo una squadra viva, fondamentale in Serie B dove la fisicità e l'agonismo la fanno da padrona. Abbiamo tutte le carte in regola per salvarci, perché ci sono ancora tanti scontri diretti. Il Cittadella è rispettato da tutte e in tanti lo soffrono. Nessuno lo vuole affrontare in questo momento. Cavalchiamo l'onda dell'entusiasmo dei nuovi e la saggezza dei vecchi. Penso che possiamo levarci delle belle soddisfazioni se abbiamo la testa messa in campo contro l'Ascoli. 

E sabato arriva la Reggina. Non vedo l'ora di scendere in campo. Ho lasciato tante persone con un rapporto splendido. Avrò ancora più motivazione per mostrare il giocatore che sono. La Reggina sono convinto ci rispetterà molto, so come prepara le gare mister Inzaghi. Un occhio di riguardo la mia ex squadra c'è. Loro puntano a stare in alto, i giocatori e l'ambiente sono coesi. Le sconfitte recenti non cambiano il loro obiettivo. 

Credi quest'esperienza possa essere un bel trampolino di lancio per il tuo percorso? Si, ma prima di tutto dobbiamo pensare a salvarci il prima possibile. Restare qui un anno e mezzo mi stimola molto. Il Cittadella è un modello e tanti giocatori che sono passati da qui hanno svoltato le proprie carriere. Credo ci siano tutti gli ingredienti per fare bene e sono carico a 1000. 

Sei un giocatore molto offensivo, come ti stai gestendo nella linea a 4, dopo anni da quinto di sinistra a centrocampo? Con mister Gorini ne abbiamo parlato fin da subito e mi chiede grande due aspetti di gioco: grande aggressività nelle uscite e "tenere" la linea. Le idee sono molto chiare. Per assimilarle tutte ci vorrà del tempo, ma ho l'aggressività giusta per interpretare il ruolo al meglio. In questi mesi a Reggio Calabria ho cercato di migliorare l'interpretazione da esterno difensivo in una difesa a 4. 

Sei cresciuto nel settore giovanile del Torino, senti delle similitudini con lo spirito Cittadella? Si. È difficile da spiegare a parole, ma chi è cresciuto con la maglia del Torino addosso non molla mai, ha grinta da vendere ed ha uno spirito battagliero. A Cittadella, oltre ai colori simili, vedo il modo di affrontare gli allenamenti, c'è qualcosa di simile.

Tra poco ti laurei in Scienze della Comunicazione. Si, sarò un giornalista quando smetto (ride ndr.) Sto preparando la tesi sul calcio in TV e conto di laurearmi a fine maggio. Mi ha sempre affascinato l'ambito del giornalismo sportivo. Spero di lavorare nel calcio proprio in questo settore. È un piano B che spero mi porti tante soddisfazioni, ma intanto pero di giocare ancora tanti anni. 

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