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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

Entusiasmo e voglia di stupire: «Ci sarà da fare quest'estate sul mercato»

Il direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti, in attesa dell'incontro con il presidente Gabrielli, fa il punto della situazione sul campionato appena concluso

Parola d'ordine, riposo vigile. Con quest'idea il direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti, ad una settimana dalla salvezza raggiunta dai suoi ragazzi, vive questo periodo. Dopo tanta fatica, il giusto relax con le orecchie sempre tese su quello che succede sul mercato. «Annata difficile, ma è giusto gioire ed essere contenti», afferma il dirigente granata. «Alla fine raggiungere la salvezza non era scontato. C'è un'euforia devastante in giro, tanto che mi chiedo 'è meglio ad un passo dalla serie A o salvarsi all'ultimo secondo?'. Credo sia giusto guardare i percorsi e gioire. In tanti dicono che il Cittadella deve cambiare, ma noi siamo questo». 

Una salvezza emozionante, che scorre ancora nelle vene di Marchetti: «L'ho vissuta come una liberazione, perché prima di raggiungerla c'era tantissima tensione. Nel mio lavoro il giorno dopo, tutto riparte come prima. Purtroppo sono abituato a vivere male le sconfitte e dimenticare in fretta le vittorie. Non mi godo mai nulla, ma questa volta me la voglio assaporare un po' di più rispetto agli anni scorsi. Voglio prendermi anche qualche giorno per me, anche se per fare fede a quest'ultimo proposito dovrei gettare il telefonino in acqua. Con la testa non mi fermo mai».

Ottavo anni di fila in Serie B, con una filosofia chiara, senza spese folli. Ecco il vero miracolo di casa Cittadella, una squadra-scuola, che può insegnare tanto a chiunque: «Il Cittadella dovrebbe essere preso come esempio. Non è che siamo più bravi, ma perché nei nostri percorsi facciamo sempre il passo commisurato alle possibilità che abbiamo. Noi siamo virtuosi perché facciamo quello che possiamo. Abbiamo un budget, una linea e rispetto le regole sapendo a cosa posso andare incontro: annate difficili, far bene o meno bene. Una cosa è certa: non metterò mai in difficoltà economica la società. Questi aspetti dovrebbero essere prioritari per ogni società o lega che opera nello sport. Se vai fuori dalle tue possibilità economiche, con squadre che falliscono, che non pagano o in difficoltà, non credo sia un campionato equo. Tutti dovrebbero avere il proprio salary cap personale, societario, non che venga imposto. Io sono per il mercato libero, mi va bene affrontare chi ha budget 50 volte superiori al mio, a patto che ci sia la forza di rispettare quanto hai pattuito. Spesso quando una società fallisce si pensa solo ai calciatori, ma la realtà è che dietro a loro, ci sono tantissime altre persone di cui bisogna avere rispetto. Il Cittadella potrebbe insegnare tanto, ma insegnerà poco perché nel calcio non cambierà mai niente. Ognuno farà quello che deve fare, è bravo solo chi vince e così via. Io dico che nel calcio si è bravi vincendo nel modo giusto. Finché ci sono io il Cittadella non fallirà mai. Non solo perché ho dietro una proprietà straordinaria, ma perché c'è un modo di ragionare che difficilmente ci porta ad essere in difficoltà economica. Poi ci sono campionati più belli o meno, ma questo fa parte del calcio e della vita».

Una stagione da mettersi alle spalle e con tanti insegnamenti appresi per il futuro: «L'insegnamento che mi porto con me da questa stagione è che a volte le cose che pensi siano certe, non lo sono, mentre altre meno sicure ti stupiscono in positivo. Il calcio non è matematica, ma è qualcosa che scopri sempre dopo». E qui il riferimento a Raul Asencio è sfumato, ma abbastanza chiaro alle orecchie dei più. Lo spagnolo quest'anno ha deluso ed è in palese rotta con il club, tanto da non essere presente alla festa di fine anno. Un chiaro segnale che l'anno prossime tante cose cambieranno al Tombolato la prossima stagione. «Dobbiamo chiudere quest'annata e recuperare energie mentali, prima ancora di quelle fisiche. Io per primo. Ci troveremo con il presidente Gabrielli nei prossimi giorni. Questa squadra va riformulata e ricostruita, guardando bene gli equilibri. Ci sarà da fare quest'estate sul mercato. Non dico tanto, ma nemmeno poco come l'anno scorso». 

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