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Serie B, Cittadella: Stefano Marchetti "Stiamo vicini alla squadra"

Il direttore generale del Cittadella analizza il momento della squadra dopo la sconfitta rocambolesca di sabato contro la Ternana

Amareggiato, ma con poca voglia di piangersi addosso. Per Stefano Marchetti, direttore generale del Cittadella, il giorno dopo la gara con la Ternana, è semplice da analizzare e spiegare, ma difficile da accettare. Soprattutto alla luce dell'ottimo campionato fatto sino alla gara contro il Monza. Quel gol di Ciurria, inutile nasconderlo, ha cambiato il corso della stagione granata, già colpita dalla partenza di Adorni a gennaio, il caso Okwonkwo e l'infortunio, proprio contro i brianzoli, di Tounkara. Alibi importanti, ma non sufficienti per giustificare la gara casalinga di sabato contro i rossoverdi di mister Lucarelli. Ecco le sue parole: 

"Con il Monza pensavamo di aver toccato il fondo, ma non c’è mai limite. Con la Ternana è stato ancora peggio. Abbiamo preso un gol su fallo laterale, rimedi al 90’, cosa che non è nelle nostre corde dopo una gara equilibrata e poi prendi una rete simile al 94', dopo che c'erano già state le avvisaglie del gol annullato, dico che un pochettino ci dobbiamo vergognare. Ci dobbiamo vergognare di aver sperperato un finale di campionato, dopo una stagione che fino a qualche partita fa, in cui siamo stati protagonisti, lottando per i playoff e giocandocela come tutti gli anni. C'è tanto dispiacere. Gli alibi ci sono, perché logicamente quando perdi gli attaccanti di peso, quelli che ti fanno giocare bene, è chiaro che qualcosa perdi, soprattutto in un campionato difficile come questa serie B. A me non piacciono gli alibi, quindi chi va in campo deve dimostrare che vale. Aldilà di chi gioca. Questo è venuto un po' a mancare. Dobbiamo fare una grande riflessione. Analizzare bene le motivazioni e voltare pagina come abbiamo sempre fatto. Piangersi addosso ora non è nel nostro stile e nel mio modo di ragionare. C'è grande delusione, ma mancano ancora sei partite e bisogna onorarle. L'aspetto positivo è che abbiamo fatto talmente bene nella prima parte di campionato, che abbiamo messo fieno in cascina per dire che la salvezza, spero, l'abbiamo raggiunta ed era l'obiettivo più importante. Non c'è ancora la matematica, ma spero arrivi al più presto. Questo è quello che mi sento di dire dopo queste ore." 

Sulla gara contro la Ternana e le prossime gare: "Cosa non mi è piaciuto contro la Ternana? Tante cose. Soprattutto gli ultimi 4 minuti, dopo il nostro pareggio, abbiamo perso un po' la testa. Abbiamo preso due ripartenze in pieno recupero che dovevano suonare da campanello d'allarme. Dobbiamo avere la freddezza di capire i momenti. Il pareggio con la Ternana ci dava un po' di tranquillità e serenità per il futuro. Così diventa tutto mentalmente complicato. Quando non sei di testa al 100%, giocare le partite diventa maledettamente più difficile, ti viene il braccino corto. Giochi con paura, apprensione e poi succedono gli errori, perché non hai la testa sgombra e libera. Queste sei partite dovremo dimostrare di saper reagire, voltare pagine e lottare fino alla fine. Contro il Perugia dobbiamo ritrovare le motivazioni e mi aspetto una partita di orgoglio, rabbia agonistica, con l'atteggiamento giusto. Poi si può vincere o perdere, perché il risultato è una combinazione di tanti elementi: episodio, momenti, qualità e forza nei reparti. Oggi mettere insieme tutto questo, non è facile, però l'orgoglio non deve mai mancare, così come l'atteggiamento. Il risultato sarà il frutto di quello che semineremo in mezzo al campo."

La situazione psicologica dei granata: "Quando vai in svantaggio e non sei sereno, per mille motivi, devi fare la partita perfetta. Che cosa vuol dire? Saper sfruttare gli episodi. Se penso al colpo di testa di Visentin parato da Iannarilli o a Beretta che anziché calciare fuori serve Antonucci solo in mezzo all'area di rigore, la gara ti va nel positivo e cambia la testa di ambo le squadre. Poi è chiaro, Ternana in vantaggio, si chiude, non hai la serenità per le giocate perfette nello stretto con palleggiatori come i nostri. Contro la Ternana non potevamo giocare la palla in profondità e Okwonkwo insegue il pallone, allungando la difesa rivale. Con poca fisicità davanti serve una grande precisione nei passaggi, ma sabato abbiamo fatto fatica a trovarla. Per la nostra situazione mentale, per il valore degli avversari. I campionati di serie B non perdonano e non si possono fare partite 'mezze e mezze': o ci sei o non ci sei, altrimenti i rivali ti massacrano perché hanno qualità. Esattamente come noi. Il Cittadella quando è al completo ha qualità. Oggi psicologicamente siamo in difficoltà. Siamo una squadra che va aiutata, capita, che non va bastonata, bensì difesa, se vogliamo provare a fare in queste ultime sei partite un bel calcio, in grado di toglierci qualche soddisfazione sul profilo tecnico e dei risultati. Abbiamo una buona classifica e di poterci giocare il finale di stagione con dignità."

La società al fianco dei giocatori: "Io con i giocatori ho un rapporto quotidiano, mi faccio sentire tutti i giorni. Oggi la squadra va aiutata, perché condannarla sarebbe come sparare alla Croce Rossa. Non credo sia il momento di ragionare così. Le valutazioni si fanno a fine anno, si tira una riga e si va a vedere chi ha fatto bene, chi ha fatto male, chi sarà riconfermato, chi meno. Facciamo delle ca****te enormi, perché negli ultimi cerchiamo di vincere la partite, quando potremmo accontentarci del punto. Perdiamo l'equilibrio e quella voglia poi la paghiamo. Quest'anno abbiamo fatto partite importanti. Fino alla gara con il Monza, eravamo andati a vincere a Lecce, a Reggio Calabria, Frosinone. Le due espulsioni subite dal Monza sono frutto di predominanza nostra nei duelli individuali. Volavamo in quel momento. In 11 contro 9 riuscire a rovinare tutto quello che c'era da rovinare, con annesso l'infortunio di Tounkara - tegola non da poco - ci ha messo nelle condizioni di non essere più belli, pimpanti e incisivi come prima. Questa è la verità. Abbiamo cercato un tipo di gioco diverso, con tanti passaggi tra le linee, ma farlo richiede perfezione e certosino, sbagliando pochissimo."

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