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Stefano Marchetti "A questo punto del campionato serve vincere, ci dobbiamo salvare"

Il direttore generale del Cittadella è conscio di quello che attende Perticone e compagni nelle prossime otto partite, ma crede fermamente nella salvezza

"La canzone dei miei anni a Cittadella? 'E siamo ancora qua' di Vasco Rossi, da pelle d'oca". Azzeccata, vista la grande passione del direttore generale Marchetti per la canzone italiana. Ventuno anni di salvezze, successi e soddisfazioni, imprese sfiorate, tanti Davide contro Golia per i campi più prestigiosi del calcio italiano. Stefano Marchetti e il Cittadella, storia e amore, funzionalità prima ancora di budget milionari, per dimostrare - anche ai vicini di casa biancoscudati - che il calcio si fa ancora con le idee, prima che con i nomi.

Sponsor e non solo

"Il nuovo logo mi piace. Bello e innovativo. Fa piacere che i nostri sponsor siano tanti e che stiano crescendo", sottolinea il direttore generale, durante la serata degli sponsor. Crescita morale e risultati, un binomio che in casa Cittadella si cerca di portare avanti da anni con risultati soddisfacenti. "Stiamo facendo tante piccole e belle cose per avvicinare le persone alla nostra realtà. Chiaro, i risultati aiutano in questo, ma moralmente la nostra immagine e i nostri valori sono sempre impeccabili".   

Il Cittadella un esempio complesso da replicare, vedi Spal degli ultimi due anni: "In questi anni abbiamo dimostrato di essere una società importante e di avere delle idee uniche. Il calcio come lo facciamo noi, non è per tanti. Credo che in Italia siamo un bell'esempio. Per restare a certi livelli serve sbagliare poco, ma in questi anni siamo una bella storia, che spero in futuro verrà raccontata nel modo giusto".

Presente Salvezza

"L'unico neo di questo periodo è la mancanza di qualche vittoria, che mi avrebbe permesso di passare la sosta con ancora più entusiasmo", riconosce Marchetti, sottolineando come la testa sia sempre lì, a quella salvezza che sembrava in discesa agli inizi di marzo ed ora nuovamente in discussione: "La salvezza è la prima cosa che ho in testa, ora dobbiamo consolidare questo campionato e raggiungere l'obiettivo il prima possibile", andando controcorrente rispetto la vulgata che vede questa Serie B come una sorta di A2:  "Il campionato non si è alzato di livello per andare in A, ma nella zona calda per salvarsi. Ci sono più squadre competitive, basta pensare a piazze come Cagliari, Bari, Palermo quest'anno. Tutte squadre che hanno il dovere di provare a fare qualcosa di importante". E qualcosa di importante l'avrebbero potuto fare anche Perticone e compagni: "È mancata la continuità, non la qualità. Il rammarico è questo. Abbiamo disputato partite importanti e gare con errori individuali che hanno compromesso il risultato delle gare. Gli episodi fanno la differenza e in questo aspetto dobbiamo crescere. Se andiamo a riguardare gli highlights di Cittadella-Perugia la chance più clamorosa è la nostra, ma il Perugia vince 2 a 0 grazie a due mezze occasioni. A questo punto del campionato serve vincere - a volte - in modo sporco, proprio come ha fatto il Perugia". 

È il momento di dare tutto. A partire da domenica 2 aprile contro il Modena, in uno scontro diretto con punti pesantissimi in palio. Ne è conscio Marchetti. "So quanto possono fare questi ragazzi e la mia fiducia deriva da valutazioni oggettive. Le qualità bisogna portarle in partita, non solo farle vedere in allenamento. Se gestiamo bene le cose abbiamo la possibilità di portare a termine bene questo campionato. Io sono nato sotto pressione e me la creo da solo. Al cinquantesimo anniversario ci teniamo tanto. È un pezzo di storia importante e lo vorremmo festeggiare al meglio, ma non credo porti molto bene parlarne. Non ci dobbiamo salvare perché c'è il cinquantesimo anniversario, noi ci dobbiamo salvare. Punto. La Serie B è troppo importante". 

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