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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Calcioscommesse, indagini chiuse Anche quelle su Padova-Atalanta

La procura di Cremona ha notificato la fine dell'inchiesta che prelude al rinvio a giudizio per 130 persone. Spunta ancora il match del 26 marzo 2011. Confermata l'accusa per Doni di associazione a delinquere

Chiuse le indagini relative all'inchiesta sul calcioscommesse, avviate dalla Procura di Cremona. In queste ore la notifica, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio per 130 persone indagate, tutti giocatori o ex giocatori e dirigenti di serie A, B e Lega Pro.

PADOVA-ATALANTA. Indagini che toccano da vicino anche il vecchio Padova e, in particolare, il match del 26 marzo 2011 contro l'Atalanta, il cui risultato fu un contestato 1-1. Nel mirino della procura era finito anche l'ex capitano Cristiano Doni. Per lui è stata confermata l'accusa di associazione a delinquere.

LA TELEFONATA. Il bomber dell'Atalanta, Cristiano Doni, era infatti stato intercettato in una telefonata, effettuata con una scheda romena ad un'utenza mobile intestata alla società Mdf Italia spa di Milano. La telefonata avviene il 24 marzo 2011, due giorni prima di Padova-Atalanta, alle 18.18 e dura 4 minuti, preceduta dallo scambio di tre sms.

IL GIP: COMBINE. Il gip Guido Salvini aveva scritto nell'ordinanza che si trattava di "una partita che, secondo quanto si desume dalle intercettazioni, ha visto raggiunto l'obiettivo che le squadre stesse si proponevano". E ancora: "L'esistenza di un accordo tra le due società è sostanzialmente confermato dalle dichiarazioni rese in occasione degli interrogatori". Sulla partita sarebbe stata giocata "una cifra enorme che conferma la combine".

LE GIOCATE BOOM. In un'intercettazione, Bellavista, ex capitano del Bari, aveva informato che in Asia erano stati giocati 23 milioni di euro sul pareggio. Lo stesso Doni, per interposta persona, avrebbe scommesso 10 mila euro sul risultato.

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