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Oddo: «Loro hanno vinto qui, noi possiamo vincere a Palermo». Baldini: «Domenica non sbaglieremo»

Una partita nella partita la sfida tra i due allenatori, Massimo Oddo e Silvio Baldini. Per ora il primo round al rosanero, ma il mister biancoscudato non molla: «E' solo il primo tempo, ma non meritavamo la sconfitta»

Osservandoli dalla tribuna della sala stampa non si può certo dire che hanno vissuto la partita con freddezza, tutt'altro. Consigliano, danno indicazioni, rimproverano e protestano. Visti da lontano non sembrano poi così diversi, Silvio Baldini e Massimo Oddo. Il primo, l'allenatore toscano dei rosanero, sa di aver fatto un passo importante verso un obiettivo che, quando è stato chiamato al posto di Giacomo Filippi a gennaio di quest'anno, che non sembrava più raggiungibile. Il secondo, l'allenatore biancoscudato Masssimo Oddo, chiamato anche a lui un sostituire un collega quando a febbraio è stato esonerato Massimo Pavanel, si è trovato invece costretto a vincere sempre e da subito. Due città e due società, Padova e Palermo, che ambiscono ad altro che la C. La pressione quindi su di loro, era molta.

A fine partita appaiono entrambi stanchi quasi l'avessero giocata anche loro, la partita. Nessuno dei due risparmia risposte e spiegazioni su quanto visto in campo. Cominciamo da Mister Massimo Oddo. E' visibilmente tirato e, anche se come sempre parla con calma, non si può non percepire una certa disapprovazione di fronte a un risultato che, lo diciamo senza il timore di essere smentiti, è troppo severo: «Loro hanno vinto qui, noi possiamo farlo da loro. E' solo finito il primo tempo, la finale è ancora in gioco». Il Padova è partito bene, ma quell'errore al decimo minuto ha compromesso e cambiato inesorabilmente l'inerzia della gara, che da subito è diventata tutta in salita. Glielo chiediamo di quell'errore. Gasbarro soprattutto, ma anche Curcio, perché non si sbarazzano di quel pallone? Oddo chiarisce subito che non si tratta di un errore concettuale: «Non sono mica masochista io. Ci sono stati campioni come Franco Baresi che quando era il momento non si facevano problemi a buttarla in tribuna. C'è il momento in cui bisogna giocare a calcio e un altro in cui bisogna allontanare il pericolo». Sempre sull'azione del gol, c'è un altro aspetto da chiarire. Il Palermo infatti faceva della rapidità dei cambi di fronte la sua forza. Le punizioni, come quella da cui è nato il gol, sono state calciate sempre con grande velocità mettendo in difficoltà i biancoscudati. «Mi sono arrabbiato molto per quel motivo, perché c'è stato qualcuno che invece che rientrare e cercare il pallone guardava l'altra porta».

Effettivamente prendere un gol così in una partita così importante altro che amaro in bocca, è difficile da mandare giù. In sala stampa c'è chi chiede se Ceravolo gioca poco perché non sta bene e Oddo è tranchant: «E' una scelta tecnica. Decido di volta in volta», dice senza sbilanciarsi. Un problema centravanti c'è, non certo da oggi. E' inutile negarlo. Questi gli aspetti negativi, che non possono non esserci quando si esce sconfitti. Ma non è tutto da buttare: «Il risultato è bugiardo, abbiamo spinto 90 minuti. Bravo il Palermo ad essere più cinico ma come hanno vinto loro qui possiamo farlo noi lì. Nella ripresa abbiamo costruito diverse palle gol, loro sono stati bravi a chiudersi. Dispiace per come è andata, non meritavamo la sconfitta. Proveremo a fare la nostra gara al ritorno. È ancora tutto aperto, non cambia nulla». Le occasioni infatti ci sono state: «Dovremo essere più cinici sottoporta, perché di situazioni e di occasioni ce ne sono state tante». Una assolutamente clamorosa, il colpo di testa di Chiricò che non si insacca per un miracolo di un difensore: «Non l'ho rivista ma il var ha avuto modo di verificare quindi immagino non sia entrata». Prima di lasciare la sala stampa torna sul concetto espresso all'inizio: «Il Padova può vincere al Barbera e faremo di tutto per farlo». 

Silvio Baldini trattiene l'emozione ma è felice, non potrebbe essere altrimenti. E' dal 2004 che aspetta la sua rivincita. L'esonero dal Palermo, la furibonda lite con Zamparini che portò all'allantonamento del mister, si vede che è una ferita che ancora brucia. Dopo tutti questi anni. E' la voglia di rivincita che lo ha portato fino a qui, dove sembrava non ci fosse più posto per lui. Il calcio lo aveva un po' accantonato, Silvio Baldini, invece eccolo sorridente nel post partita. «Quando mi hanno chiamato a gennaio non mi sembrava vero. Ma ero da subito convinto che si poteva fare qualcosa di importante. I ragazzi sono stati encomiabili. Questa è la quarta vittoria di fila che facciamo fuori casa. I ragazzi giocano con il cuore, sono felice per loro e per il popolo palermitano. Vedere uno stadio così con i tifosi che cantano è bellissimo. Questo è il bello del calcio, gioire nei momenti brutti. Se a gennaio credevo nella promozione? Il destino mi ha portato a Palermo. Il destino se tu lo aspetti non arriva ma ti dà un percorso. Noi lavoriamo sapendo che ancora non abbiamo fatto nulla. Il ritorno lo prepareremo come se avessimo perso noi 1-0». Esce dall'Euganeo abbracciando collaboratori, giocatori e salutando tutti quelli che incontra. E' contento ma lo sa anche lui, c'è ancora tutto un secondo tempo da giocare. Chi dei due alla fine la spunterà lo scopriremo domenica prossima quando alle 21 allo Stadio Barbera le due squadre si affronteranno nella gara di ritorno.

Quella sera uno dei due, inevitabilmente, uscirà sconfitto. E succederà di fronte a circa quarantamila persone. Più di tredicimila ce n'erano anche all'Euganeo, dove non si vedeva un'atmosfera così da anni. E' anche se non soprattutto merito di mister Oddo e mister Baldini, che due piazze calcisticamente depresse e per questo assolutamente non facili sono tornate a sognare. Anche se poi uno, inevitabilente, uscirà sconfitto.

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