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«E' ok ma rivedilo», la frase di Mazzoleni al Var alimenta le polemiche del post semifinale

Non si placano le polemiche dopo la semifinale di ritorno tra Padova e Catanzaro. C'è chi dalla Calabria minaccia denunce e chi grida al "furto" e minaccia azioni legali. I biancoscudati intanto si preparano alla finale di domenica con il Palermo

Nonostante il triplice fischio di Rutella per tanti Padova Catanzaro, la semifinale di ritorno dei play off di serie C, sembra non sia ancora finita. Quanto accaduto nel secondo ha lasciato l'amaro in bocca ai tifosi calabresi, cosa che è naturalmente comprensibile. Ad alimentare il fuoco delle polemiche la direzione arbitrale e la gestione della sala Var. L'arbitro Rutella, va detto senza paura di essere smentiti, ha sbagliato in occasione del pari dei biancoscudati. Ed è è pure andato a rivederla, l'azione che ha portato al gol. 

Errore

L'errore, si sa, ci può stare. Ma quello che non è andato giù ai tifosi giallorossi è il dialogo tra lo stesso direttore di gara e il responsabile in sala Var, l'esperto Mazzoleni: «Daniele - dice a Rutella dopo il gol del pari del Padova - per me è regolare, ma vallo a rivedere così certifichi la decisione». Il Corriere dello Sport ma anche Repubblica, in un pezzo scritto da Massimo Mauro, hanno parlatao di inadeguatezza, di mancanza di rispetto per una piazza importante come quella di Catanzaro, hanno parlato di scandalo e furto. Certi errori, con la Var a disposizione, non sono comprensibili, ma come sempre accade non c'è mai una discussione vera su come è gestito lo sport, il calcio in particolare, in questo Paese. La levata di scudi, il sottintendere che qualcosa non va, succede solo quando si sente di aver subito qualcosa. 

Azione risarcitoria

Naturalmente sulla vicenda come poteva non tuffarsi la politica? Marco Polimeni, presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro, che ha emanato addirittura una nota: «Come presidente del Consiglio comunale ritengo doveroso difendere l’immagine del capoluogo dal danno subito dal Catanzaro Calcio a Padova, nella partita di ritorno dei playoff: un’ingiustizia che suona ad offesa di una intera città. Un vero e proprio “furto legalizzato” che non può passare, ancora una volta, sotto silenzio e che impone la ferma reazione delle istituzioni a tutela dell’immagine e dell’intera comunità locale: non si tratta di un fatto semplicemente sportivo, né c’entrano il campanile o il tifo». Polimeni, figura istituzionale, parla di furto come farebbe un tifoso qualsiasi. Il presidente del consiglio comunale però, e siamo davvero curiosi perché sarebbe davvero interessante se lo facesse davvero, addirittura rilancia: «Solleciterò, sin da subito, un'azione risarcitoria nei confronti del responsabile perché si capisca che anche il “mondo del calcio” non può sottrarsi alle regole della giustizia e della legalità». 

Pallone

Come sempre è il tifo a determinare se il sistema pallone regge o no, se è credibile. Ma è proprio questo il limite. Non può essere tutto da buttare solo perché si ritiene di aver perso una partita o un campionato per dei fattori extra calcio. Le urla della dirigenza del Catanzaro non si sono sentite, ad esempio, quando il Padova a Trieste lo scorso anno, ha perso per un gol di mano a Trieste. Punti che le sono valsi la promozione. Se c'è qualcosa che non va, come si sottintende dalla notte dei tempi, perché lo accettano tutti a meno che non succede qualcosa che va a penalizzarli direttamente? Se non c'è una discussione seria su cosa va e cosa non va, quello che rimane ha solo il sapore della reazione isterica di chi ha perso e non sa accettare la sconfitta. 

Palermo

Intanto il Padova si prepara alla partita con il Palermo, per domenica alle 21 è previsto il tutto esaurito. 

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