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Lo strano caso di Chiffi, Lazzari e di come "parla" il calcio

Gli stadi vuoti amplificano e mettono a nudo comportamenti e un linguaggio troppo spesso irriguardoso e violento. I casi dell'arbitro padovano e del giocatore della Lazio mettono a nudo un problema mai risolto

Strano destino quello dell’arbitro Chiffi e del laziale Lazzari. Due destini incrociati se si guarda a queste ultime due settimane. Prima l’episodio, bello e quanto raro, del laterale biancazzurro che aiuta l’arbitro padovano negando ci fosse stato un fallo su di lui, in area. Si giocava Atalanta Lazio, sfida d’alta classifica. Se ne è forse parlato troppo poco ma sono, come si diceva una volta un po’ romanticamente, “gesti che fanno bene al calcio”, considerando anche chi lo pratica non da professionista o chi semplicemente lo guarda. Si è parlato invece tanto e non si è ancora smesso, di quanto di brutto è accaduto mercoledì scorso, al termine dell’infuocata sfida di Coppa Italia, Juventus Inter. Gli insulti e i brutti gesti non sono mancati. Suo malgrado Chiffi è ancora protagonista visto che uno dei suoi compiti è proprio quello di mantenere l'ordine fuori dal terreno di gioco. 

Procura Federale

L’arbitro padovano in questa Coppa Italia ha già vissuto un’altra inusuale esperienza, quella di sostituire in corsa l’arbitro Valeri infortunatosi durante il derby. Quello dello scontro tra Ibra e Lukaku per intenderci. Nella semifinale non c’è stato bisogno di un suo ingresso in campo, Chiffi è  chiamato a svolgere solo il suo lavoro in qualità di quarto uomo. La Procura Federale però ha aperto un’inchiesta riguardo la lite tra Andrea Agnelli e Antonio Conte scoppiata al termine di Juventus-Inter e la prima persona convocata è stato Daniele Chiffi. Ha sentito o no i presunti insulti che dalla tribuna erano rivolti alla panchina interista? Ha visto il gesto dell'allenatore nerazzurro rivolto verso la tribuna? La polemica a distanza di giorni non si è ancora smorzata e vedremo la Procura Federale cosa deciderà.

Comportamenti

Il destino del laziale Lazzari invece, per la prossima gara, è segnato. Da una squalifica. Il giocatore si “è lasciato sfuggire una bestemmia” durante la partita, che l’assenza del pubblico ha ovviamente consentito a tutti di sentire. Diciamolo, è stato pure sfortunato perché in una partita se ne sentono di tutti colori e non è certo l’unico a usare un linguaggio così. Non è una giustificazione ma non bisogna neppure essere ipocriti.

Pubblico

Si è visto e sentito di tutto anche nella brutta scena che ha visto coinvolti l’allenatore dell’Inter Conte e del presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Sta a vedere che alla fine il vero problema è quello degli stadi vuoti. Il pallone di questi giorni, anzi proprio le due vicende che vedono ancora coinvolti Chiffi e Lazzari, suggeriscono che in questi anni non abbiamo sentito imprecazioni, liti, insulti e frasi blasfeme rivolte a questo e quello solo perché coperte dal tifo dagli spalti. E se al pubblico, ai tifosi, in questi decenni si è chiesto di cambiare modo di tifare e di stare in uno stadio, perché non pretenderlo anche dai veri protagonisti del mondo del pallone?  

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