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Shock nel mondo del volley: è morto il padovano Michele Pasinato, tra i più grandi pallavolisti italiani di sempre

Lunghissima la lista di titoli conquistati con la maglia della Nazionale Italiana: dall’oro a Tokyo nel 1988, passando per gli Europei di Turku e Atene nel 1993 e 1995

«Michele Pasinato non c’è più. 52 anni compiuti lo scorso 13 marzo, se ne è andato un amico, un padre premuroso, un apprezzato coach del settore giovanile bianconero e uno dei più grandi pallavolisti italiani di tutti i tempi». Con queste toccanti parole inizia il comunicato inviato dalla Pallavolo Padova in cui viene annunciata la scomparsa del "Paso".

Michele Pasinato

Prosegue la nota della Pallavolo Padova: «Un comunicato che non si vorrebbe mai scrivere, ma che è necessario per condividerne il ricordo con i tifosi, con i colleghi e con tutto il mondo dello sport. La Società bianconera si stringe attorno al dolore della moglie Silvia e dei figli Edoardo e Giorgio per la scomparsa di un uomo che ha regalato tante emozioni da giocatore e tanti insegnamenti da allenatore. La data e il luogo del funerale saranno comunicati nei prossimi giorni dalla Società. La sua carriera da giocatore iniziò nelle giovanili del Petrarca Padova nella stagione 1985/86, dove rimase fino al 1994 in serie A1. Dopo tre stagioni a Montichiari e una a Roma, il “Paso” tornò nella sua Padova giocando fino al 2000/01. Nella massima serie (tra campionato e Coppa Italia) realizzò 7.800 in 316 gare. Lunghissima la lista di titoli conquistati con la maglia della Nazionale Italiana: dall’oro a Tokyo nel 1988, passando per gli Europei di Turku e Atene nel 1993 e 1995. Grazie alle sue 256 presenze con l’Italia, divenne uno degli elementi cardine della famosa “Generazione di Fenomeni” e nel 1999 ottenne l’onorificenza della Medaglia d’oro al Valore Atletico. Dopo qualche stagione in serie B e C, Pasinato chiuse la carriera da atleta per iniziare quella da allenatore del settore giovanile nella Pallavolo Padova, la sua grande famiglia. Ma ora i numeri e i trofei hanno un valore relativo, perché quello che oggi Padova piange è un Campione che ha dimostrato tali caratteristiche anche nella vita di tutti i giorni, lì dove gli abbracci, i consigli e il quotidiano lavoro in palestra insieme ai ragazzi valgono più di qualunque podio. Il compito di chi rimane è quello di tenerne in vita la memoria, onorare il suo lavoro e associare al grande Paso un grande sorriso. Anche se, credeteci, in questo momento facciamo proprio fatica a mostrarvelo».

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