«Se non si vuole allungare la lista delle imprese di bar e ristorazione che hanno definitivamente cessato l’attività a causa del coronavirus serve un “colpo di reni” collettivo da parte di tutte le istituzioni»
Spiega il segretario Filippo Segato: «Ci sono punti oscuri che abbiamo chiesto alle autorità competenti di dirimere, perché il nuovo Dpcm ha dei passaggi davvero incomprensibili. I locali rischiano di perdere fino a 100mila euro al giorno in media per la sola provincia di Padova»
«Le linee guida regionali sono più morbide di quelle Inail ma comunque garantiste del diritto alla salute delle persone e dei principi della prevenzione alla diffusione del virus»
«I casi sono due: o si riaprono i locali, dando agli esercenti la possibilità di lavorare in sicurezza, con protocolli organizzativamente praticabili ed economicamente sostenibili seppur con capienze ridotte, oppure è preferibile tenere tutto chiuso»