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La lupa torna a farsi vedere sui colli Euganei: gli ultimi avvistamenti

Orami battezzata Cecilia, la squadra faunistica del Parco conferma la presenza sulle alture padovane dove ha trovato rifugio, cibo sicuro ed è in adattamento. Tutto questo aumenta le possibilità di convivenza con l’uomo e la permanenza nel territorio

L’arrivo della lupa, orami ribattezzata Cecilia, sugli Euganei, qualche mese fa, era stato salutato con grande entusiasmo da tutto il territorio, tanto da essere eletta, tra più piccoli, a vera e propria mascotte del Parco, insieme al falco pellegrino e al riccio. La riconquista dell’area collinare da parte del lupo, del resto, è carica di significati positivi, soprattutto legati al raggiungimento di un alto valore naturalistico di cui sicuramente il merito va riconosciuto anche al Parco. Dopo secoli di sfruttamento delle risorse litiche, con cave e cementifici, oggi è la componente ambientale il patrimonio più evidente, un patrimonio che con l’arrivo del lupo è destinato ad aumentare in termini di biodiversità e a rappresentare un onesto contributo a quelle politiche di tutela green oggi richiamate come un’assolta necessità per il futuro del pianeta.

Un ambiente sano

Il lupo dunque rappresenta la conferma che questa terra sta ritrovando un suo sistema ecologico, un ambiente sano capace di richiamare altre forme di vita. Presenze tanto importanti la cui stima è diventata indispensabile, come testimonia la campagna di dati, raccolta a livello nazionale mediante l’utilizzo di linee guide ISPRA, rivolta a rilevare la distribuzione e la consistenza del lupo nel nostro paese. Un monitoraggio istituito dal Ministero dell’ambiente, perché ritenuto essenziale per valutare l’evoluzione dello stato di conservazione della specie e l’efficienza delle misure gestionali messe in atto dalle Amministrazioni locali e regionali. Le stesse metodologie sono state applicate anche dalla squadra faunistico di Veneto agricoltura in distaccamento al Parco Colli per continuare il monitoraggio su Cecilia.

Avvistamenti, segnalazione e durante altre attività di campo

Nello specifico è stato condotto un “campionamento opportunistico”, ossia un rilevamento applicato non in maniera pianificata, ma svolto sulla base di avvistamenti, segnalazione e durante altre attività di campo, perché ritenuto il più idoneo per l’individuazione dei branchi e degli individui solitari e in dispersione, come nel caso di Cecilia. E le ricerche hanno dato il loro frutto. Di settimana in settimana, dal periodo dei primi avvistamenti, la squadra faunistica, in coordinamento con i tecnici regionali e i carabinieri forestali, si è messa sulle tracce del lupo per confermare la sua presenza e anche per scoprire qualcosa in più sulle sue abitudini.

Le differenze con le orme del cane

Il lupo lascia un’orma stretta e allungata, dove le due dita centrali sono poste più avanti rispetto a quelle del cane, in modo che una linea tracciata da una punta all’altra delle due dita esterne passa chiaramente sotto la base dei due polpastrelli centrali. Nell’orma del cane, invece, la stessa lenea attraversa la parte inferiore dei due polpastrelli centrali, per cui la forma la forma complessiva dell’orma è arrotondata e più larga. Le tracce lasciate sui tratturi non lasciano possibilità di equivoco anche per i 90 centimetri che dividono due orme della stessa zampa, confermando che si tratta di un animale adulto.

La confidenza con il territorio

Per condurre ulteriori accertamenti sono stati raccolti reperti biologici di Cecilia (fatte), ma le prove più interessanti sono le immagini raccolte dalle foto trappole, perché dimostrano che sta prendendo confidenza con il territorio. Una serie di filmati ripresi l’8 marzo e il 19 marzo confermano che periodicamente torna sugli stessi sentieri, conducendo una sorta di costante controllo che il gruppo faunistico considera presupposto fondamentale per la costruzione di un suo nuovo “home range”.

Si muove di notte, sempre sui stessi sentieri

«Si muove prevalentemente di notte – conferma Michele Gallo, responsabile dell’Unità complessa agricolo Forestale del Parco Colli – su sentieri molto frequentati anche dall’uomo, ma vi transita diverse ore dopo il loro passaggio, segno che è molto timorosa. Ed è proprio sul rapporto che riuscirà a instaurare con la nostra specie che si gioca il futuro di Cecilia sui Colli euganei. I monitoraggi condotti dal gruppo forestale sono rivolti soprattutto a cogliere questi aspetti del suo adattamento». I lupi infatti sono molto schivi ed elusivi nei confronti dell’uomo perché lo avvertono come una minaccia dalla quale tenersi a debita distanza, ma proprio perché quello del Parco è in un ambiente fortemente antropizzato la situazione sarà monitorata con scrupolo e continuità.

«Con il ritorno alla normalità vedremo come si si comporterà»

«L’arrivo di Cecilia sui Colli Euganei – conclude Antonio Scarabello, vicepresidente del Parco Regionale dei Colli Euganei – coincide con il periodo di restrizioni imposte per il contrasto al Covid, caratterizzato da un turismo quasi completamente assente, e con la stagione fredda in cui le attività agricole erano al minimo. Con il ritorno alla normalità vedremo come si si comporterà. L’auspicio, ovviamente, è che rimanga perché è ormai ampiamente comprovata la straordinaria importanza in termini di biodiversità di questa specie, soprattutto se consideriamo la funzione di bilanciamento tra preda e predatori che, nel tempo, può portare ad un vero e proprio nuovo equilibrio ambientale».

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