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Il prof. Foresta alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui danni provocati da Pfas

Foresta ha riferito in merito alle evidenze scientifiche riguardanti gli impatti sulla salute dell'inquinamento industriale da PFAS in Veneto

La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha ascoltato il professor Carlo Foresta dell'Università di Padova, componente del Consiglio Superiore di Sanità, e i presidenti delle associazioni FISE Assoambiente Chicco Testa e FISE Unicircular Andrea Fluttero. La prima audizione rientra nell'ambito dell'inchiesta sulla contaminazione da PFAS, mentre la seconda è relativa alla gestione dei rifiuti collegata all'emergenza COVID-19.

Pfas

Foresta ha riferito in merito alle evidenze scientifiche riguardanti gli impatti sulla salute dell'inquinamento industriale da PFAS in Veneto. Il professore ha dichiarato che, pur a fronte della messa in atto di misure di protezione ambientale, rimane il problema dei tempi di smaltimento dei PFAS accumulati nell'organismo dei cittadini residenti nella zona interessata dalla contaminazione: secondo quanto riferito, tali soggetti rimangono esposti agli effetti tossici di queste sostanze fino a dieci anni. Il professore ha spiegato che nella popolazione veneta residente nell'area interessata dalla contaminazione risultano più frequenti patologie come il diabete mellito e le malattie circolatorie, tra cui il morbo di Alzheimer. All’espozione ai PFAS è connessa, secondo quanto riferito, anche l’attivazione prococe delle piastrine, che può comportare problemi circolatori. Foresta ha inoltre spiegato che è stata osservata una correlazione tra esposizione a inquinamento da PFAS e riduzione della massa ossea, a causa dell'inibizione dell'assorbimento del calcio a livello intestinale.

Danni salute

Foresta ha riferito che i PFAS sono in grado di attraversare la placenta e raggiungere gli organi del feto durante la gestazione. L'audito ha inoltre spiegato che nelle donne in età fertile queste sostanze inibiscono i meccanismi genetici attivati dal progesterone, causando alterazioni riproduttive e del ciclo mestruale. Foresta ha poi dichiarato che i PFAS interagiscono anche con il testosterone già in fase embrionale. Secondo quanto riferito, l'esposizione a PFAS può causare negli uomini una riduzione della produzione di testosterone, causando alterazioni della spermatogenesi, dello sviluppo genitale e della fertilità, oltre che dello sviluppo osseo dei ragazzi. Foresta ha anche dichiarato che in Veneto a suo parere, accanto alla comunicazione riguardante i danni alla salute derivanti dalla contaminazione da PFAS, servirebbe anche una risposta incisiva in termini di azioni per la prevenzione. L'audito ha inoltre dichiarato che da suoi studi ancora in corso sembrerebbe emergere una maggiore problematicità della più recente molecola C6O4 rispetto ai PFAS.

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