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Cimice asiatica, le aziende agricole padovane presentano il conto: danni per oltre 3 milioni e mezzo

62 aziende agricole della provincia hanno chiesto un ristoro dei danni causati nel 2019 dalla cimice asiatica per un valore complessivo di 3 milioni e 516.271 euro

62 aziende agricole della provincia hanno chiesto un ristoro dei danni causati nel 2019 dalla cimice asiatica per un valore complessivo di 3 milioni e 516.271 euro (sono state 975 le imprese in tutto il Veneto che hanno presentato la relativa istanza, per un importo totale di 69.271.781 euro).

Danni

In alcuni casi i danneggiamenti hanno coinvolto l’80% dei frutteti: in particolare peri, peschi e kiwi. I dati sono stati diramati dalla Direzione Agroalimentare della Regione Veneto. A livello nazionale il Governo ha messo a disposizione 110 milioni di euro (a fronte di 188 milioni di euro richiesti), che devono però essere redistribuiti fra le altre Regioni del Nord maggiormente colpite dal flagello della marmorata quali Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Si tratta di un fondo ad hoc che rientra nelle misure adottate ai sensi del decreto legislativo 102 del 29 marzo 2004 denominato “Interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole”. Altri 4 milioni e mezzo di euro, fra indennizzi e iniziative di prevenzione, sono stati accantonati nell’ultimo bilancio adottato dalla Regione Veneto.

I commenti

Commenta il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini: «Secondo quanto previsto dai bandi, i fondi verranno assegnati ad ogni azienda richiedente in proporzione al danno patito, fino ad un massimo di 20mila euro ciascuna». La maggior parte delle attività otterrà un ristoro fra i 2mila e i 10mila euro. «Si tratta di un primo step per far fronte ai danni, che nel solo 2019 in Veneto ammontano a 100 milioni di euro. In ogni caso le perdite sono state enormi, in alcuni casi addirittura incalcolabili. Questo insetto ha compromesso i raccolti della nostra frutta di pregio, soprattutto nell’area di San Pietro Viminario e della Bassa Padovana in generale. I finanziamenti, tanto a livello nazionale che regionale, non sono sufficienti, ma rappresentano comunque una buona base di partenza. Nelle fasi emergenziali gli imprenditori agricoli vanno aiutati, svolgono un servizio fondamentale per la collettività. Ne abbiamo avuto un’ulteriore conferma durante il lockdown». Precisa l'assessore regionale all'agricoltura: «Abbiamo varato un piano di ristoro a favore dei produttori colpiti da tale calamità. Negli ultimi due anni hanno quasi dimezzato i raccolti ortofrutticoli». Ora le speranze sono riposte nelle vespe samurai, i cui primi lanci si sono tenuti in Regione da metà giugno: «Questo insetto, vero e proprio antagonista della cimice asiatica, ne parassita le uova, aiutando così a contrastare la proliferazione. Da poco sono terminati i rilasci in 106 siti individuati in tutto il territorio veneto; andranno ad integrare i metodi di contrasto già sperimentati come trappole, reti anti-insetto e impiego di mezzo chimici, secondo il piano organico, frutto della collaborazione tra Regione, mondo produttivo e quello della ricerca scientifica ed economica». 

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