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Delle vere "ladre": le gazze devastano le coltivazioni di ciliegie dei Colli Euganei

Non è bastato costruire un recinto elettrificato per respingere i cinghiali: la minaccia, in questo caso, arriva anche dal cielo

Pronte per essere raccolte, le ciliegie dei Colli Euganei subiscono gli effetti delle continue razzie da parte degli animali selvatici. E questa volta arrivano via aerea.

Gazze

Come sottolinea Coldiretti Padova gli agricoltori si attrezzano per difendersi ma gli attacchi arrivano da più fronti, e ottenere gli indennizzi è sempre un’impresa. Antonio Ferraretto, titolare dell’azienda agricola De Facci Graziosa di Calaone di Baone, coltiva diverse varietà di ciliegie, a partire da quelle precoci, in raccolta proprio in questi giorni: per difendersi dai branchi di cinghiali, particolarmente ghiotti di frutta, ha costruito un recinto elettrificato, sostenendo un investimento che pesa sul bilancio aziendale. Ma la minaccia arriva anche dal cielo perché in questi giorni le gazze si precipitano sulle ciliegie ormai mature e ne fanno razzia, come racconta lo stesso Ferraretto: «Abbiamo iniziato la raccolta e proseguiremo per poco più di un mese. La prima varietà che raccogliamo è la precoce, una varietà molto bella che non presenta particolari problemi perché veniamo da una primavera asciutta, ideale per la maturazione delle ciliegie. Da alcuni anni, però, facciamo i conti con gli attacchi delle gazze. Si posano sui ciliegi alle prime ore del mattino e mangiano le ciliegie in fase di maturazione. Ma così facendo mettono a rischio intere piante perché il frutto mangiato inizia a marcire e la muffa si estende anche alle ciliegie sane vicine, specie se il clima inizia ad essere un po’ più umido come in questi giorni. È sufficiente quindi che la gazza mangi anche poche ciliegie per compromettere la maturazione di tutte quelle che si trovano nello stesso ramo, moltiplicando i danni. Questo si aggiunge alla piaga dei cinghiali, contro i quali l’unica difesa è la recinzione elettrificata delle nostre coltivazioni. Serve un rimedio anche per le gazze, altrimenti avremo ben poche ciliegie a disposizione».

Animali selvatici

Gli attacchi degli animali selvatici sono all’ordine del giorno, sottolinea Coldiretti Padova: ad esempio in questo periodo la soia è minacciata dai colombi che mangiano i semi dal terreno, oppure le lepri che prediligono le tenere cortecce piante dei nuovi frutteti e vigneti, o ancora le nutrie che devastano interi campi di mais. Afferma il presidente Massimo Bressan: «Oltre ai cinghiali sono numerose le specie di animali selvatici che ogni anno mettono a repentaglio numerose colture. Non sempre è possibile difendersi con recinti, reti o altri strumenti, quindi l’unica possibilità di tutela del reddito resta l’indennizzo. Fra poche settimane, a partire da luglio, le competenze passeranno dalle Province alla Regione, intanto però è necessario che quest’ultima coordini le attività di sopralluogo a fronte delle numerose denunce presentate dalle aziende. In questo periodo i danni da selvatici si sommano alle ripercussioni dell’emergenza coronavirus che hanno portato ad una contrazione della redditività dell’intero settore primario».

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