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La nuova via della lotta ai tumori: finanziamento del Ministero per la ricercatrice Iov

La 32enne Elisa Cappuzzello, ricercatrice del laboratorio di Immunologia diretto dal professor Antonio Rosato, ha ottenuto un finanziamento da 130mila euro per studiare le cellule killer indotte da citochine

Ha ottenuto un finanziamento da 130mila euro per studiare le cellule killer indotte da citochine (Cytokine-Induced Killer cells, o cellule CIK), la nuova via alla lotta ai tumori: la responsabile del progetto è Elisa Cappuzzello, 32 anni, ricercatrice del laboratorio di Immunologia diretto dal professor Antonio Rosato.

Fondi

Complessivamente sono 100 milioni di euro i fondi per la ricerca sanitaria messi a disposizione dal Ministero della salute con il Bando della ricerca finalizzata 2019. Tutti i ricercatori del Servizio sanitario nazionale hanno potuto presentare progetti di ricerca di durata triennale, con un esplicito orientamento applicativo e l'ambizione di fornire informazioni utili ad indirizzare le scelte dell’assistenza sanitaria pubblica, dei pazienti e dei cittadini. Il progetto vincitore, l’unico all’Istituto Oncologico Veneto - Irccs di Padova, si intitola “Cellule killer indotte da citochine (cellule CIK) ridirezionate contro neoplasie a cellule B positive per il CD19 come alternativa alle cellule CAR T-CD19” e rientra tra gli Starting Grant (SG) presentati da ricercatori con età inferiore ai 33 anni. «La ricerca sanitaria e i giovani ricercatori sono fondamentali per assicurare le migliori opportunità di cura ai pazienti oncologici - dichiara il direttore generale Giorgio Roberti -. Il riconoscimento del Ministero della Salute conferma ancora una volta l’alto livello dei nostri studi, oltre che il talento e la curiosità dimostrata dai nostri ricercatori. Alla dottoressa Cappuzzello e alla squadra del laboratorio del professor Rosato non posso che augurare buon lavoro».

La ricerca

La terapia cellulare adottiva si basa sull’ottenimento in laboratorio e la successiva somministrazione nel paziente a fini terapeutici di cellule del sistema immunitario con effetto antitumorale diretto in grado di riconoscere e uccidere le cellule tumorali. Attualmente, una delle terapie cellulari adottive più efficaci per il trattamento di pazienti affetti da neoplasie a cellule B positive per un marcatore chiamato CD19 è costituita dalla somministrazione delle cosiddette cellule CAR T, ovvero cellule T ottenute dal sangue del paziente e modificate geneticamente in laboratorio per dotarle del CAR, una molecola necessaria per il riconoscimento del tumore e quindi la sua eliminazione. Tuttavia, il processo di modificazione genetica è molto costoso e laborioso, e può presentare gravi effetti collaterali per il paziente. Per ovviare a questi problemi, si rende necessario lo sviluppo di terapie alternative. Spiega Elisa Cappuzzello: «Lo scopo del mio progetto è di studiare una nuova popolazione cellulare, ovvero le cellule killer indotte da citochine (Cytokine-Induced Killer cells, o cellule CIK), per incrementarne l’attività antitumorale e migliorare le attuali strategie di terapia cellulare. Le cellule CIK, a differenza delle cellule CAR T, possono essere potenziate mediante la semplice combinazione con anticorpi monoclonali terapeutici già utilizzati nelle terapie oncologiche, attraverso la loro simultanea somministrazione, senza dover ricorrere a modificazione genetica. L’effetto sinergico di cellule CIK e anticorpi terapeutici porta quindi ad un significativo incremento dell’attività antitumorale, ed è già stato dimostrato in vitro e in vivo in modelli animali di tumore ovarico e mammario e pubblicato dal nostro gruppo di ricerca». Il progetto ha l’obiettivo di studiare l’applicazione della combinazione di cellule CIK e anticorpi terapeutici specifici per il CD19 nel contesto delle neoplasie a cellule B CD19-positive, per sviluppare una terapia più semplice, economica ed efficace rispetto all’uso di cellule CAR T. Inoltre, questa nuova strategia terapeutica potrà trovare ampie possibilità di implementazione e applicazione, e potrà essere estesa al trattamento di diversi tipi di tumori mediante utilizzo di ulteriori anticorpi terapeutici.

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