rotate-mobile
Attualità

#PadovaNonSiFerma passa alla "fase 2"

Dai pasti gratis a medici e infermieri all'assistenza alle comunità ed alle famiglie in difficoltà

C'è una fase due anche per #PadovaNonSiFerma: il gruppo di ristoratori, pasticceri e panettieri che dall'inizio dell'emergenza coronavirus ha distibuito a medici e infermieri oltre seimila pasti negli ospedali del padovano, ora si occupa anche delle persone in difficoltà. 

Fase 2

«Abbiamo iniziato a prenderci cura di un paio di strutture che abbiamo incontrato allargando lo sguardo sulla città - spiega Ivan Totaro, tra gli iniziatori del gruppo whatsapp diventato una squadra di benefattori che distribuisce stabilmente tra mezzogiorno e sera oltre 100 pasti caldi - ed abbiamo scoperto una Padova spesso nascosta. Dove sono finiti i senza tetto, ci siamo chiesti? Ed Antonio Ferrari ne ha trovato un gruppo accudito in una struttura della parrocchia dell'Arcella. Lì insieme con alcuni pasticceri il nostro Antonio porta un pasto e un sorriso. Collaboriamo con i volontari del centro sociale Pedro che si occupano di dare assistenza agli operatori della Caritas. E' una città che si sta muovendo in tutte le sue anime e questa è una cosa che si vede solo a Padova" sottolinea l'imprenditore, titolare della catena Hamerica's che conta 24 locali nel nord Italia, tra cui uno in ghetto a Padova. Assieme alla cinquantina di senza tetto dell'Arcella, che possono contare tutte le sere su una cena preparata da Antonio Ferrari, #PadovaNonSiFerma dà assistenza continuativa anche a Casa Priscilla, una struttura per minori in affidamento, gestita da suor Miriam che accudisce una trentina di bambini». 

«Abbiamo portato un po' di gioia in questa grande casa famiglia il lunedì di pasquetta - spiega Giorgio Pavan del Chiosco che insieme a Alessandra Salvato di Saor del mar si occupa di sfamare i ragazzini ogni venerdì - e da lì ogni giorno qualcuno di noi ha portato chi un gelato, chi polpette e patate. Stasera, venerdì, cotolette di pesce. Domenica arriva il brasato realizzato con la carne di una macelleria di Saonara che ha iniziato a sostenerci. Quella carne andrà anche sulle tavole di due famiglie che ci hanno scritto sulla pagina facebook e a cui mancava di tutto. Non abbandoniamo il nostro servizio a favore di medici e infermieri in prima linea, ma affianchiamo progressivamente una missione a favore di chi sta davvero male e rischia la fame, letteralmente». 

Informalità

Sono in tutto un centinaio le persone che hanno almeno un pasto caldo garantito dal gruppo di ristoratori, che in maniera autogrestita e gratuita si impegna a tenere alta l'attenzione in questo periodo di quarantena forzata. «Stiamo ricevendo sostegno da parte di molte imprese e privati che ci donano carne, frutta, pane - spiega Jacopo Morelli, titolare del Caffeine - ultima in ordine di tempo la macelleria Pagnin di Saonara. Ci hanno contattato loro, e si sono messi a disposizione dicendo che per quanto possibile ci avrebbero sostenuto. E' questo lo spirito del nostro gruppo. Chi può cucina, chi può dà e chi può consegna. Quando può in maniera del tutto informale». Una informalità che continua, per contattare il gruppo per donazioni o per un aiuto, il sito internet è www.padovanonsiferma.it 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

#PadovaNonSiFerma passa alla "fase 2"

PadovaOggi è in caricamento