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Cronaca

Coronavirus, gli "eroi di Vo'": «Eravamo la cinta muraria che doveva proteggere la roccaforte»

Ospiti del punto stampa di Luca Zaia la dottoressa Maria Teresa Gallea e i dottori Paolo Simonato e Luca Sostini, che hanno ricevuto l'onorificenza dal Presidente della Repubblica per quanto fatto durante l'emergenza: «La prima settimana è stata davvero terribile»

«Siamo arrivati a quota 877.052 tamponi realizzati. Le persone in isolamento sono 833, i positivi sono 19.245. I ricoverati sono 225, di cui 12 in terapia intensiva. I dimessi sono 3.541. I morti in ospedale sono 1.423, che salgono a 2.002 considerati quelli extra-ospedale. Oggi abbiamo come ospiti i tre giovani medici che sono andati a Vo' a sostituire i medici che si erano ammalati e hanno ricevuto l'onorificenza di Cavaliere al merito dal Presidente della Repubblica»: queste le parole di Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, nel corso del consueto punto stampa giornaliero.

Maria Teresa Gallea

Prende la parola per prima la dottoressa Maria Teresa Gallea: «Siamo esattamente a quattro mesi dall'inizio dell'emergenza. Ricordo quel 21 febbraio e quel weekend. Siamo stati contattati domenica 23 febbraio perché i tre medici di famiglia di Vo' erano stati posti in isolamento e il giorno dopo bisognava aprire gli ambulatori, ci siamo confrontati e abbiamo dato la nostra disponibilità. Noi siamo stati i primi e quindi abbiamo avuto più visibilità, ma tuttora i nostri colleghi della scuola di formazione medicina generale del Veneto si sono dati da fare e ancora si stanno dando da fare senza risparmiarsi. Mi ricorderò sempre di una signora di 85 anni con un'iniziale demenza che aveva la figlia che abitava nel comune limitrofo e che quindi non poteva andare a trovarla giornalmente come era invece solita fare: la tranquillizzava ogni giorno al telefono, la madre sembrava capire ma ha avuto uno scompenso e quindi l'ho personalmente visitata e seguita a casa. I tamponi sono stati fondamentali. Quando mi hanno comunicato dell'onorificenza è stata una vera sorpresa, ed è un riconoscimento che voglio condividere con tutti i colleghi. Noi dovevamo proteggere la roccaforte, eravamo la cinta muraria e le sentinelle e quando la cinta muraria è resistente anche la roccaforte resta in piedi. All'inizio c'è stata un po' di titubanza perché non sapevamo a cosa saremmo andati incontro, ma non c'è stato molto tempo per decidere».

Luca Sostini

È il turno del dottor Luca Sostini: «Abbiamo subito accettato quando abbiamo capito che c'era bisogno, anche perché lavorando a Cinto Euganeo avevo alcuni assistiti di Vo' ed ero preoccupato di ciò che poteva accadere. Abbiamo effettuato anche una serie di medicazioni chirurgiche a domicilio grazie alla consulenza dei colleghi di Padova su un paziente che doveva essere nuovamente operato ma che non poteva uscire dal comune. La preoccupazione c'era, più che altro la paura di infettarci e portare in giro il virus, ma questo ancor di più ci ricordava l'importanza dei dispositivi di protezione e del loro corretto utilizzo. La prima settimana è stata davvero terribile».

Paolo Simonato

Chiude gli interventi «All'inizio abbiamo ovviamente avuto delle difficoltà, perché all'epoca il virus non si conosceva e abbiamo dovuto reinventare e riorganizzare l'assetto ambulatoriale. Abbiamo seguito a domicilio anche dei pazienti positivi. Ci tengo a ringraziare la cittadinanza di Vo', che si è dimostrata gentile e paziente, e l'amministrazione comunale, che ci ha sempre aiutati. Un aspetto molto particolare è che a Vo' ci sono anche molti bambini e in paese non c'era un pediatra, e quindi abbiamo visitato anche bimbi di pochi mesi ed è stato personalmente emozionante. Sarà importante vaccinarsi contro l'influenza per ridurre il fattore confondente in caso di recrudescenza in autunno. Quando il 21 febbraio è scoppiato tutto ero in Inghilterra, ma ho subito risposto presente alla chiamata senza dirlo a casa per non preoccupare ulteriormente i miei genitori».

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