rotate-mobile
Politica

Coronavirus, cronaca di una emergenza annunciata: si rischia un miliardo di euro di perdite

Lo hanno fatto presente in una conferenza stampa le associazioni di categoria riunitesi in camera di commercio. La sensazione dopo questa settimana è che nessuno in realtà si aspettasse che il contagio sarebbe davvero arrivato fino a qui

Si rischia un miliardo di perdite. Lo ha dichiarato Leopoldo Destro di Assindustria che ha fatto appello affinché si trovino le risorse per aiutare le aziende in difficoltà e per sostenerle. Si rischia perché c'è chi rinuncia a comprare la merce che arriva da qui, ci sono i ricambi o le materie prime che non arrivano, ci sono difficoltà nel far capire al mondo che l'Italia, anzi il Veneto, non è stata investita da una epidemia di peste. E quindi ci si può venire pure in vacanza. Insomma dopo tanti giorni in cui la politica in primis ha parlato di emergenza oggi sembra essersi resa conto che questo rischia di rivelarsi un boomerang. 

Emergenza

Sulla gestione dell’emergenza annunciata, non c’è nessuno che dichiari apertamente di non essere affatto convinto di come è stata affrontata la questione. Non c'è una componente, anche istituzionale, che non faccia intendere, nelle richieste che manifesta, che qualcosa è evidentemente mancato o che non ci si è pensato a tempo debito. A parte il sindaco forzista di Arquà Petrarca, nessuno ha voluto poi muovere dirette critiche alla Regione, per esempio. Lui lo ha fatto a margine di una assemblea, la seconda in pochi giorni, in cui un centinaio di sindaci, il Prefetto e il Presidente della Provincia, hanno discusso, nell’era di internet, della fuga di notizie di cui pure loro venivano a conoscenza solo dai media. 

Provincia e fake news

La soluzione trovata, quella di far parlare una voce sola è stata smentita dai fatti visto che allo sciogliere delle righe, i sindaci che uscivano dalla riunione, nella sede della Provincia alla Cittadella della Stanga, poi hano ribadito le loro convinzioni. Ognuno le sue. Da una parte si chiede una gestione comunicativa alla “cinese”, passateci la forzatura, dall’altra però nessuno rinuncia alle proprie opinioni. Tanto che lo stesso Presidente della Provincia, Fabio Bui, dopo essersi detto preoccupato del circolare di fake news, ne ha cavalcata di fatto una pure lui, perché accusare i Paesi stranieri di non fare i controlli, senza riscontri ufficiali, non è molto diverso che pubblicare una notizia non verificata. Con la differenza che Bui ricopre una carica che richiede serietà e dovrenbbe evitare proprio lui per primo, di far circolare false informazioni o comunque innescare dubbi non sostenuti da fatti comprovati. Insomma la sensazione è che non ci fosse davvero un piano di pronto intervento nel caso del verificarsi di contagi da Coronavirus e che si vada avanti navigando a vista. O almeno, al netto dei proclami sui giornali, la sensazione è che l’eventualità che si potessero verificare davvero uno o più casi di contagiati da Coronavirus, in Regione non si ha l’impressione fosse stata  presa in seria considerazione. Sembrava una eventualità molto lontana, questa è la sensazione. Certo, l'epidemia comincia in Cina, ma come si è visto non ci ha messo molto ad arrivare qui. 

Associazioni di categoria

Il risultato è che molto probabilmente, rimasti sorpresi, ci si è fatti quindi poi prendere dal panico. E lo conferma la conferenza stampa di oggi nella sede della Camera di Commercio. Proprio l’appello che ha letto pubblicamente il presidente della camera di commercio, Santocono, con le varie richieste di aiuto per le diverse categorie e comparti dell'economia e che ha inviato al Presidente del Consiglio, fa intuire che di questo tema, prima di venerdì, non se ne fosse mai parlato se non a livello di battuta. Anche nei corridoi che contano. Un discorso che non vale solo per i politici ma per tutta quella che per semplificare viene definita “classe dirigente”. Anche il secondo appello che arriva dalle associazioni di categoria fa intendere che venerdì scorso è davvero stata una grande sopresa scoprire la presenza di un contagiato da Coronavirus qui in provincia di Padova. Perché infatti non c'era pronto un piano su come avrebbero dovuto comportarsi i comuni, le imprese, gli esercenti e gli artigiani. Comprensibile quindi la richiesta di aiuto al Governo, altrettanto lo è non creare ora polemiche, visto che c'è anche chi, sempre tra politici e classe dirigente, critica i giornalisti per essere responsabili della psicosi che oggi sta mettendo in grande difficoltà la produttività e l'economia della Regione. 

Numeri

Sta di fatto che perfino i numeri di emergenza sono stati messi a disposizione due giorni dopo il caso dei due anziani di Vo', di cui uno ha perso la vita. Se gli industriali chiedono fondi vuol dire che non è stato neppure pensato di crearlo un fondo, per questa eventualità. Poi ci sono il caso del ricoverato da dieci giorni a Schiavonia al quale si fa il tampone solo dopo che si scopre esserci un altro caso in Italia e altre coincidenze che non danno l'idea di grande pianificazione. Anche se si guarda alla Lombardia il quadro non è così diverso. Quindi è comprensibile la preoccupazione ma pure il fastidio che manfestano i sindaci che hanno dovuto accollarsi qualcosa di decisamente più grande di loro. 

Media

Come i sindaci, anche i rappresentanti delle categorie hanno "rimproverato" i media di aver alimentato la fobia. Sta a vedere che è tutta colpa dei giornalisti. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus, cronaca di una emergenza annunciata: si rischia un miliardo di euro di perdite

PadovaOggi è in caricamento