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Cronaca

Profughi in fuga da Cona: dopo il sit-in la notte a Padova su richiesta del Prefetto

I migranti martedì pomeriggio hanno raggiunto la città del Santo. In tarda serata la Prefettura ha chiesto alla Diocesi che venisse messo loro a disposizione uno spazio per ragioni di ordine pubblico e per favorire il proseguito della trattativa. Ripartiranno mercoledì

La marcia dei profughi si è spostata nel Padovano. Dopo la notte trascorsa in un locale messo a disposizione dalla parrocchia di Piove di Sacco, i migranti si sono spinti nel capoluogo patavino. A bordo di due autobus di linea hanno raggiunto la stazione di Padova e da lì sono arrivati a piedi davanti alla Prefettura. Pretendono delle risposte, si battono per ottenere un centro di accoglienza adeguato alle loro esigenze. Una delegazione dei richiedenti asilo è stata ricevuta dal Prefetto, dal sindaco Giordani e da esponenti della Diocesi di Padova ma:"Sono scesi con un nulla di fatto - ha spiegato Omid Firouzi di Sconfinamenti Padova - c'è un rimpallo di competenze e invitano i migranti a rientrare a Cona. I richiedenti asilo dal canto loro non hanno intenzione di tornare nell'hub e di conseguenza c'è da capire dove trascorreranno la notte". Intorno alle 21 è arrivata la mano tesa della Diocesi:"Su richiesta esplicita del Prefetto di Padova, per ragioni di ordine pubblico e per favorire il proseguito della trattativa che si terrà mercoldì con il Prefetto di Venezia, la Diocesi di Padova ha messo a disposizione un proprio spazio, una scuola di Rubano, per far trascorre la notte ai richiedenti asilo giunti a Padova da Piove di Sacco, che ripartiranno domattina".

Il Comune di Padova ha dato la propria disponibilità a supportare i ragazzi per i costi del viaggio verso Mestre, dove con tutta probabilità avrà luogo l'incontro. I migranti hanno anche ottenuto la garanzia ufficiale che non rischiano l’esclusione dal sistema d’accoglienza.

IL SINDACO GIORDANI.

"Ho ascoltato le ragioni di questi ragazzi e non posso che comprenderli da un punto di vista umano - spiega Giordani - quello che accade in queste ore conferma che l'unica soluzione sostenibile ed efficace perché questi fenomeni epocali non diventino mai emergenze sociali è quella di andare velocemente verso la micro-accoglienza diffusa. Ribadisco anche che, su un tema così delicato, le forzature sono sbagliate e questi problemi vanno affrontati con gradualità e senza strappi, dentro le regole del sistema di accoglienza nazionale, all'interno del quale questi 54 ragazzi hanno una loro collocazione stabile e garantita. La nostra amministrazione è per l'accoglienza diffusa, ha già fatto la sua parte e non si è mia sottratta davanti a nessuna emergenza sociale, né escludiamo di fare passi ulteriori per normalizzare la situazione, ma sempre dentro i binari obbligati delle regole e della legalità. Chiederò al Prefetto se riterrà di convocare tutti i Sindaci della Provincia per ribadire anche in quella sede questi concetti come primo cittadino del Comune Capoluogo.Se tutti fanno un piccolo sforzo si può mettere la parola fine a una situazione poco sostenibile spostandoci verso modalità più umane, gestibili e sicure per tutti".

LA DIOCESI.

"Noi non neghiamo il diritto alla protesta", dichiara Don Marco Cagol della Diocesi di Padova, "abbiamo sempre agito tenendo presente le loro ragioni. Ma la protesta deve avere dei limiti, non per un'idea astratta del giusto o sbagliato: ma così, il rischio che poi loro si trovino con un pugno di mosche in mano è molto forte. C'è un iriggidimento reciproco delle istituzioni, che devono tener conto del territorio e degli altri cittadini".

IL QUESTORE FASSARI.

"La gestione dei profughi è una questione complessa", ha ammesso Fassari, "noi siamo pronti a sostenere la Prefettura. Ma non si può separare il bene dal male con un taglio d'ascia. Questi profughi, mi domando, quale reato stanno commettendo? E' importante puntare su logiche di ridistribuzione sul territorio. Le proteste sono fenomeni che accadono, è capitato anche in altri territori. Noi dobbiamo avere accuratezza a gestire il fenomeno ed evitare colpi di mano. Alla base di tutto deve esserci chiarezza nei confronti di queste persone. Loro sanno che abbandonare un centro di accoglienza per più di 48 ore significa decadere dall'accoglienza. Chi sta alle spalle di queste persone, e li ha indotti a fare ciò, ha messo nel novero queste conseguenze".

IL CARROCCIO.

“Ecco gli effetti dei Governi del Pd - ha dichiarato il segretario provinciale della Lega di Padova - le nostre città sono assediate da immigrati e centri sociali. Quello che sta succedendo a Padova è inaccettabile. Sobillati da gruppi antagonisti, alcuni richiedenti asilo fuggono dai centri di accoglienza e ricattano Comuni, Prefetture e addirittura la Diocesi. Non ho visto protestare questi signori nei loro Paesi d’origine. Non li ho visti combattere per la libertà dei loro popoli. Li sento oggi scandire slogan improbabili, mentre nel silenzio migliaia di pensionati ed esodati stanno a guardare impotenti. Come impotenti sono le Forze dell’Ordine, costrette ad un lavoro massacrante e private, da leggi inutili, della possibilità di intervenire. Rimandiamo a casa tutti questi ragazzotti, magari accompagnati dagli esponenti dei centri sociali, e riprendiamoci l’orgoglio di appartenere a un grande popolo”.

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