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Il mondo del "wedding" protesta sul Liston: «Il Governo si accorga anche di noi»

Un comparto che, nella sola provincia di Padova, significa qualcosa come oltre 2mila attività per un totale di circa 20mila lavoratrici e lavoratori assunti stabilmente

I manichini rigorosamente vestiti da matrimonio allestiti davanti a Palazzo Moroni hanno ben rappresentato lo stato di “immobilismo” nel quale il comparto del wedding (e non certo per sua volontà) è venuto a trovarsi a causa del Covid-19.

Wedding

Un comparto che, nella sola provincia di Padova, significa qualcosa come oltre 2mila attività per un totale di circa 20mila lavoratrici e lavoratori assunti stabilmente e oltre 3mila lavoratori stagionali durante i mesi più richiesti nei quali si celebrano più cerimonie (da metà primavera a inizio autunno). Un comparto estremamente frazionato (si va dai negozi di abiti da sposo e da sposa, al catering, ai ristoranti, alle location; e poi liste nozze, wedding planner, agenzie di viaggio, agenti di commercio, fotografi e videomaker, addobbi floreali, bomboniere, oreficerie, intrattenimento musicale e D.J. e make up e hair styling) ma forse, proprio per questo, mai finito sotto i riflettori dei ristori. Eppure, come hanno avuto modo di sottolineare nel corso dei brevi interventi Carlo Trevisan, presidente degli agenti di commercio della Fnaarc Ascom Confcommercio, Marzia Santella e Martina Ruffato in rappresentanza dei negozi di abiti da cerimonia e Pierpaolo Varotto, presidente dei fioristi aderenti all’Ascom Confcommercio, «è tempo che il Governo si accorga anche di queste realtà».
Ferme da un anno (i matrimoni, già in calo di per se stessi, sono stati per la maggior parte spostati dal 2020 al 2021 ma alcuni sono proprio stati annullati) le attività che ruotano attorno al wedding vedono con crescente preoccupazione avvicinarsi la primavera e, con essa, il periodo deputato al “fatidico sì”. Svolta in contemporanea in diverse città italiane, “Insieme per il wedding” ha voluto ricordare che nel 2019, in Italia si erano svolti oltre 360.000 eventi privati di medio-grandi dimensioni (ossia, con almeno 40 partecipanti) diventati il 90% in meno nel 2020. Alla manifestazione, molto composta come si conviene a chi fa delle cerimonie il proprio lavoro e limitata nelle presenze proprio per evitare assembramenti, è intervenuto anche l’assessore al commercio Antonio Bressa che ha ricordato come il Comune, nei limiti delle proprie competenze, sia al fianco di chi crede, nonostante tutto, nel proprio lavoro.

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