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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Fase 2, Bertin: «Serve un piano parcheggi per Padova, sempre più auto entreranno in città»

«Bisogna aumentare sensibilmente il numero dei posteggi in modo così da offrire alla città la possibilità di epoter accogliere le persone che, dopo mesi di stop, avranno voglia di ritornare a frequentare i negozi»

«Bene che vada il trasporto pubblico non riuscirà a coprire più del 25-30% dell’utenza com'era nel pre-Covid. Lo dicono i tecnici, ma lo dice anche il buonsenso». Inizia da questo dato l'analisi di Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, sulla mobilità in relazione alla "Fase 2".

Mobilità e parcheggi

Afferma Bertin: «Sento tanti padovani che si guarderanno bene dal salire in autobus o in tram una volta che il trasporto pubblico sarà ripristinato. Il problema è che sento anche soluzioni a dir poco semplicistiche, come quelle che vorrebbero buona parte del trasporto pubblico sostituito dalla bicicletta o dal monopattino. Mezzi sicuramente interessanti per gli universitari e per una parte della popolazione, ma decisamente improponibili per una gran parte della cittadinanza e, soprattutto, per i pendolari». Il che, per Bertin, porta a un'inevitabile conseguenza: «Tutte le proiezioni dicono che aumenterà il numero dei veicoli che entreranno nelle nostre città, per cui sarebbe sciocco che Padova non si preparasse, fin d’ora, a questa nuova modalità. Ed essere pronti significa approntare un piano parcheggi che aumenti sensibilmente il numero dei posteggi in modo così da offrire alla città la possibilità di essere “viva”, ovvero di poter accogliere le persone che, dopo mesi di stop, avranno voglia di ritornare a frequentare i nostri negozi». Conclude quindi il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova: «Già la decisione del Governo di rinviare di settimane intere una ripresa che tutti ci attendevamo non oltre l’11 maggio, ha fiaccato l’entusiasmo anche dei più ottimisti. Vediamo di non aggiungere ad errore altri errori, uno dei quali sarebbe di sicuro quello di pensare a ritornare alla città così com’era prima del 23 febbraio».

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