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ASeS-Cia dona 20 quintali di prodotti agricoli alla Caritas

Sono stati scelti prodotti orticoli con scadenza non ravvicinata (dal radicchio alla carote, dalle cipolle alle mele fino alle patate). I 20 quintali permetteranno la realizzazione di 450 “buste della spesa”: sarà poi la Caritas ad occuparsi della distribuzione

Venti quintali di prodotti articoli sono stati donati venerdì 5 giugno da Ases - Agricoltori Solidarietà e Sviluppo (la ong della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori) alla Caritas di Venezia.

20 quintali

Erano presenti il direttore della Caritas veneziana, diacono Stefano Enzo, il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini, quello di Cia Padova Roberto Betto e quello di Cia Venezia Paolo Quaggio. Spiega Mario Quaresimin, vicepresidente nazionale di Ases: «Oggi il numero dei nuovi poveri è cresciuto anche a causa dell’emergenza Coronavirus. C’è uno spaventoso incremento di persone preoccupate perché non sanno a chi chiedere aiuto, non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi, per la prima volta, in difficoltà. Come ASeS-Cia abbiamo organizzato questa campagna, che ha luogo nella prima settimana di giugno e culminerà il giorno 7 in occasione del World Food Safety Day. Sono coinvolte CIA Emilia Romagna, CIA Veneto, CIA Toscana, CIA Puglia e Cia Abruzzo. La nostra intenzione è quella di coordinare la campagna in Italia con iniziative analoghe e contemporanee presso le sedi estere di ASeS in Paraguay, Senegal e Mozambico». Sono stati scelti prodotti orticoli con scadenza non ravvicinata (dal radicchio alla carote, dalle cipolle alle mele fino alle patate). I 20 quintali permetteranno la realizzazione di 450 “buste della spesa”: sarà poi la Caritas ad occuparsi della distribuzione.

I commenti

Afferma il diacono Enzo: «Questa iniziativa che parte dalla natura, ci ha fatto riscoprire i valori essenziali. Abbiamo imparato che siamo deboli ma che con l’aiuto che viene dalla terra, dal lavoro dell’uomo, possiamo avere fiducia nel futuro. Con questa donazione potremo aiutare 450 famiglie che si sono rivolte alle nostre strutture, che si aggiungono a quelle che avevamo già in carico». Aggiunge Gianmichele Passarini: «Il virus non risparmia nessuno, non è un problema degli altri, è un problema nostro, di tutti. Era doveroso intervenire con un gesto di solidarietà nei confronti di chi sta peggio di noi perché nessuno può e deve sentirsi escluso in questo momento drammatico». Dichiara Paolo Quaggio: «Agricoltura, Solidarietà e Sviluppo,cioè le parole che formano il nome dell’associazione, riassumono il carattere di questa iniziativa e in generale lo spirito degli agricoltori. Pochi giorni fa, qui nel veneziano, una nostra azienda è stata danneggiata da un incendio. Anche in quel caso si è messa in moto la macchina della solidarietà, con aiuti provenuti anche fuori dal mondo Cia: sono segnali incoraggianti». Conclude Roberto Betto: «Il mio auspicio è che la politica si accorga del valore dell’agricoltura, che è stato essenziale durante il lock-down ma che continua ad esserlo quotidianamente. È un lavoro bellissimo ma che spesso è poco riconosciuto: cerchiamo di dare una speranza ai giovani che vi si avvicinano».

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