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L'associazione Valentina Penello: «Con il Covid le richieste di aiuto si sono moltiplicate»

L'associazione si occupa di aiutare le famiglie nell'assistenza ai malati terminali, dando ausili, supporto psicologico e legale. In questi giorni è partita la raccolta fondi

Il palo della flebo, il letto antidecubito, ma anche sostegno psicologico e legale. L’associazione Valentina Penello onlus si occupa degli ultimi momenti di vita dei malati terminali e delle loro famiglie. «Con l’avvento della pandemia il lavoro è aumentato moltissimo perché molti sono stati mandati a casa dagli ospedali – spiega Alberto Borin, vicepresidente dell’associazione – Non sempre le famiglie hanno le competenze o la capacità economica di chiamare qualcuno per prendersi cura del proprio parente malato. Così interveniamo noi».

L’associazione

Gratuitamente, l’associazione mette a disposizione ausili e infermieri che alleviano i familiari del compito di accudire il malato. Non solo, dopo la perdita è possibile iscriversi a un gruppo di mutuo aiuto: assieme ad altri che hanno vissuto esperienze simili e a un esperto si può raccontare il proprio lutto, il proprio dolore. «Ci occupiamo anche di dare informazioni sull’assistenza e sulle cure palliative – aggiunge Borin – Prendiamo in carico tutta la famiglia del malato anche con l’aiuto di esperti di supporto emotivo. Spesso capita che si abbiano delle cose da dire e in momenti delicati come quello della morte è bene buttare fuori tutto, parlarsi, altrimenti restano cose non dette che ci portiamo dietro per tutta la vita. Se serve facciamo anche consulenza legale». 

Il Covid

La pandemia ha stravolto tante vite. E coloro che avevano un malato in cura in centri specializzati si sono ritrovati da un giorno all’altro a doversene prendere cura da soli. «È drammatico, davvero drammatico – dice Borin – Con il coronavirus la macchina dell’assistenza domiciliare ha subìto forti rallentamenti e ci sono casi di famiglie rimaste completamente sole. Il medico di famiglia che dovrebbe attivare tutte le procedure è sommerso di lavoro e a volte è difficile seguire tutto, anche se dovrebbe. Qui entriamo in gioco noi». I servizi sono gratuiti e l’associazione si appoggia sulle donazioni di privati. In questi giorni è attiva una raccolta fondi perché c’è sempre più bisogno di acquistare ausili, dai letti ai pali delle flebo. «L’associazione è nata nel 2009 ed è formata da persone che hanno vissuto drammi simili a quelli delle famiglie che aiutiamo – spiega Borin – Valentina Penello è venuta a mancare a causa di un tumore maligno. Il marito ha passato un calvario. E poi abbiamo pensato che sarebbe stato bello se ci fosse stato qualcuno che avesse dato una mano in questi casi, per alleviare per quanto possibile le sofferenze dei familiari. Così abbiamo fondato l’associazione a nome di Valentina».

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