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Cultura

Il museo di Geografia raddoppia il suo patrimonio grazie alle donazioni del collezionista Armando Morbiato

Nella Giornata internazionale dei Musei la donazione straordinaria di atlanti e carte antiche; «Sin da quando ho saputo della inaugurazione del Museo di Geografia – afferma il collezionista di Vigonza – ho pensato che il patrimonio che ho raccolto per una vita intera, e che ha girato il mondo più volte passando di mano in mano, avesse finalmente trovato la casa giusta in cui fermarsi»

Per il Museo di Geografia, ultimo nato tra i musei universitari patavini, la Giornata internazionale dei Musei celebrata in tutto il mondo ieri 18 maggio 2021 non poteva essere onorata nel modo migliore: la straordinaria donazione di atlanti e carte storiche del collezionista Armando Morbiato arricchisce notevolmente il già cospicuo patrimonio accumulato in una delle sedi più prestigiose della geografia italiana. Si tratta di una collezione che ha viaggiato per secoli e generazioni, al pari del suo custode, migrante giramondo di cui è raccontata l’entusiasmante storia nel recente diario intitolato L’incanto del viaggiatore, curato per i tipi del Poligrafo dal fratello Luciano.

Il patrimonio finalmente a casa

«Sin da quando ho saputo della inaugurazione del Museo di Geografia – afferma il collezionista di Vigonza – ho pensato che il patrimonio che ho raccolto per una vita intera, e che ha girato il mondo più volte passando di mano in mano, avesse finalmente trovato la casa giusta in cui fermarsi».

Il museo di Geografia raddoppia il suo patrimonio

Cosa è stato donato

Si tratta di una cospicua donazione di 39 atlanti e proto-atlanti pubblicati tra la fine del XV e gli inizi del XX secolo e di 18 carte geografiche risalenti al XVII-XVIII e XIX secolo, autentici capisaldi della produzione cartografica occidentale e della cultura mondiale. Tra i volumi donati figura un esemplare della Cronaca di Norimberga di Hartman Schedel, che fu il libro più riccamente illustrato del XV secolo e comprende 53 vedute di città, inclusa Padova; l’edizione del 1599 della Geografia di Tolomeo con le curiose integrazioni rappresentate dalle immaginarie isole settentrionali di Estotiland e Frislandia, derivate dalla Mappa di Zeno del 1558; un’edizione secentesca della Cosmographia universalis di Sebastian Münster, ricchissima di xilografie; l’edizione olandese del Mundus Subterraneus di Athaniasius Kircher, pubblicata nel 1682, con le affascinanti raffigurazioni dei fiumi di fuoco che egli riteneva percorressero l’interno della Terra; il piccolo Recueil des Principaux Plans des Portes, pubblicato a Marsiglia nel 1764 da Joseph Roux, con minuziose cartografie di porti e linee costiere arricchite da annotazioni e precisazioni manoscritte di precedenti proprietari, fino alla lunga serie di atlanti universali scolastici che segna l’evoluzione del genere nel XIX secolo, tra cui il curioso Atlas Geografico de la Tierra. Colección de mapas pubblicato a Madrid nel 1849, con le sue cartografie “in negativo” con tratti bianchi su fondo nero. Il nucleo di carte geografiche comprende, tra le altre, la celebre Pianta di Padova di Giovanni Valle pubblicata nel 1784, che ancora mancava alla collezione cartografica del Museo; una delle sei tavole dedicate al corso del Danubio da Vincenzo Maria Coronelli nel 1690; la carta delle Colonie unite dell’America Settentrionale di Antonio Zatta, stampata nel 1778 a Venezia; la Carta dell’Africa Centrale di David Livingstone, edita tra 1866 e 1872.

Un patrimonio da valorizzare e studiare

Il Direttore del Dipartimento di Scienze Storiche Geografiche e dell’Antichità, prof. Gianluigi Baldo, che ha accolto la donazione a nome del Museo di Geografia, sottolinea la scelta strategica di donare tale patrimonio ad un Dipartimento che annovera studiosi di storia, geografia e antichistica: «Si tratta di un patrimonio che per quantità di opere e rilevanza quasi raddoppia la dotazione di libri e stampe antiche conservati al Museo, ma soprattutto ci ricorda che le università sono il luogo in cui questo patrimonio può essere non solo conservato, ma studiato e messo a disposizione dell’intera collettività, costruendo quella che la Convenzione di Faro definisce “comunità di eredità”».

Progetti di digitalizzazione

Sebastiano Miccolidirettore del Centro di Ateneo per le Biblioteche, raccoglie la sfida di un patrimonio che richiede di essere attentamente conservato ma al tempo stesso reso fruibile al pubblico: «Oggi la conservazione e catalogazione scrupolosa del prezioso materiale donato deve procedere di pari passo con progetti di digitalizzazione che allarghino la platea dei potenziali fruitori di queste opere. Sarà questo il nostro compito, come già è stato fatto per la collezione di atlanti storici con il progetto “Teatro del mondo”, che ha reso consultabile ad alta risoluzione e gratuitamente nel portale Phaidra della Biblioteca dell’Università la collezione di carte antiche del Museo».

Tutto diventa contemporaneo

Nel ringraziare Armando Morbiato per il valore straordinario del suo dono, atto che lo inserisce di diritto tra i donor dell’Ottocentenario dell’Ateneo Patavino, il responsabile scientifico del Museo di Geografia Mauro Varotto guarda al futuro: «Il Museo di Geografia affonda le sue radici nel passato ma guarda al futuro. Oltre l’esposizione di reperti, la sfida sta nel riuscire a comunicare significati e valori che parlino alla contemporaneità. Abbiamo già in mente, ad esempio, un progetto di valorizzazione della Pianta di Padova di Giovanni Valle che diventerà un rendering 3D grazie alle ricerche sul microrilievo della città realizzate dai geografi fisici del nostro Ateneo: in questo modo daremo visibilità agli “alti topografici” della città storica, come le mura del Cinquecento, chiamate ad essere punti panoramici naturali sulle stratificazioni di questa città plurimillenaria».

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