Per aiutare gli anziani soli: al via la campagna "Vicinato Solidale"
Lanciata dallo Spi Cgil del Veneto: «Con una telefonata giornaliera, con un messaggio o con una semplice "citofonata" si può proteggere la vita di chi non ha nessuno che gli stia vicino in questo drammatico momento»
È sufficiente una telefonata al cellulare o all'apparecchio di casa. Oppure un sms, un messaggio Whatsapp o una semplice "citofonata". Non ci vuole molto, insomma, per sostenere la vita di una persona anziana che vive da sola in balia di questa terribile emergenza sanitaria. E in una battaglia tanto ostica, il vicino di casa, il dirimpettaio, o semplicemente chi abita nella stessa via o nello stesso quartiere possono giocare un ruolo fondamentale. Partendo da tali considerazioni, il sindacato dei pensionati (Spi) della Cgil regionale lancia la campagna #vicinatosolidale: un vero e proprio appello rivolto al senso di responsabilità dei cittadini più giovani nei confronti di quelli più anziani e in particolare degli ultraottantenni.
#vicinatosolidale
La campagna #vicinatosolidale - che avrà un’ampia diffusione via social per raggiungere più cittadini possibili in tutto il territorio veneto - propone ai cittadini un modello di vigilanza, assistenza e sostegno di “quartiere”, di “via”, di “condominio”, finalizzato a limitare le situazioni di forte disagio sociale, a volte anche drammatiche (e purtroppo frequenti) che vedono persone fragili e indifese - soprattutto anziane - combattere da sole questa terribile epidemia. In pratica, è sufficiente che i cittadini residenti nello stesso quartiere (o nella stessa strada, nello stesso palazzo) si scambino fra loro i contatti - numeri di telefono ed eventualmente pure la mail - per vigilare direttamente o indirettamente sulla situazione delle persone più a rischio, e in particolare di quelle più anziane. Avere per loro un occhio di riguardo, perché spesso sono anche le persone più diffidenti, più restie a comunicare. Spiegano dalla segreteria dello Spi Cgil regionale: «Siamo preoccupatissimi per i nostri anziani. Da settimane lo siamo per color che sono ricoverati nelle case di riposo e per questo pretendiamo dalla Regione interventi urgenti e la convocazione di un tavolo tecnico per scongiurare l’ecatombe nelle Rsa. Ma lo siamo ugualmente per i tanti anziani soli che vivono in silenzio questo dramma, senza contatti con familiari e con parenti, e che rischiano di ammalarsi - e anche di morire - senza che nessuno se ne accorga e possa assisterli e accudirli. Temiamo che ce ne siano tanti in questa condizione ed è a loro che rivolgiamo ora il nostro pensiero».
350mila ultraottantenni in Veneto
Per capire la dimensione del problema, ricordiamo che in Veneto risiedono circa 350mila ultraottantenni. Fra questi un quarto non è autosufficiente in modo totale o parziale. Gli over 80 “soli” (perché vedovi, celibi/nubili o divorziati) sono circa 211 mila (4 su 5 donne). In questo dato rientrano oltre 155 mila vedove (e 26 mila e 500 vedovi). «In questo caso i rapporti di vicinato - continuano dalla segreteria dello Spi del Veneto - sono preziosi e indispensabili, e all’interno dei gruppi Whatsapp si possono segnalare eventuali situazioni critiche. Con una telefonata giornaliera o con un messaggio o con una semplice citofonata, o segnalando i singoli casi più gravi ai Servizi sociali del Comune, si può proteggere la vita di chi non ha nessuno che gli stia vicino in questo drammatico momento».