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Cronaca

Poche mascherine e tanti assembramenti: polemiche per la "prima" del Pride Village

Fa discutere il video pubblicato sulla propria pagina Facebook da Alain Luciani e relativo alla serata inaugurale del Pride Village, tenutasi mercoledì primo luglio

«Io non posso seguire la corsa alla serie B del Calcio Padova allo "stadio" Euganeo, ma nel frattempo in città si fanno festoni senza un minimo di sicurezza». Alain Luciani, consigliere comunale della Lega, si "scaglia" tramite la propria pagina Facebook sul Pride Village e sull'inaugurazione, avvenuta mercoledì primo luglio. Questa volta, però, il motivo non è a tinte arcobaleno.

Polemica

Alain Luciani, infatti, a corredo del suo messaggio allega un video emblematico relativo proprio a questo accaduto nella tarda serata di mercoledì nel piazzale della Fiera di Padova, che ospita la manifestazione: dura poco più di un minuto e mostra assembramenti di ragazze e ragazzi che parlano, scherzano, cantano e ballano senza rispettare le norme anti-Covid in vigore, tanto che le mascherine indossate regolarmente si contano sulle dita di due mani. Il messaggio di Luciani si conclude così: «Il Sindaco cosa dice? Permettiamo tutto ugualmente altrimenti qualcuno si offende? La massima autorita sanitaria della città è il Sindaco, rimarrà impassibile come al solito, perché si tratta di elettorato vicino? Niente contro il Pride, ci sono stato in passato, ma così non va per niente bene». Aggiungeteci i video comparsi sui social tra storie di Instagram e quant'altro, e la polemica (politica e non) è servita...

Fratelli d'Italia

Allo sdegno di Alain Luciani si aggiunge anche quello di Elena Cappellini, Matteo Cavatton ed Enrico Turrin di Fratelli d'Italia, che affidano il loro pensiero a un comunicato: «Dopo la sorpresa per nulla apprezzata dell’Assessora Nalin che si loda per aver celebrato l’orgoglio LGBT+ spendendo a sproposito il denaro pubblico dei nostri concittadini padovani e dopo le nostre dimostrazioni di dissenso sul Ponte del Popolo, apprendiamo che ieri sera la prima serata del Pride Village si è svolta senza rispettare le normative previste dal Governo. Chi organizza il Pride si è forse dimenticato già del Covid-19? O la diversità si dimostra anche non rispettando le regole? Questa non è considerata “movida” dai nostri amministratori? L’evento Lgbt+ è in deroga alle normative previste per la sicurezza sanitaria? Il distanziamento sociale è d’obbligo per tutti gli eventi e congressi a livello nazionale ed internazionale. Tuttavia, dispiace constatare che vi siano sempre eccezioni per categorie che agiscono in nome della “discriminazione sociale”, ma senza rispettare le regole civili per il bene comune più importante della società: la salute. Chiediamo, pertanto, che la stessa severità con cui l’Amministrazione si è espressa nei confronti degli esercenti e commercianti del centro cittadino sia mantenuta anche per gli organizzatori di tali eventi, poiché non è accettabile che si adottino “due pesi e due misure” a discrezione del tornaconto elettorale. Ci chiediamo se il disegno di legge Zan/Scalfarotto oltre a dimostrare una deriva liberticida preveda anche la mancanza di rispetto delle regole indette per salvaguardare la salute della cittadinanza. Inoltre, ricordiamo che per altre iniziative ed eventi in lista e supportate dall’Assessorato della Cultura è ancora tutto bloccato anche e soprattutto in mancanza di contributi governativi e fondi utili a renderLe operative. Ribadiamo se era indispensabile spendere 3.000 euro per imbrattare il Ponte del Popolo». Chiosa finale di Elena Cappellini: «In qualità di Vicepresidente della Commissione consiliare III - Politiche Turistiche e Culturali - sollecito risposte da parte del Sindaco (il quale è anche Assessore al Bilancio) in merito agli investimenti da farsi in ambito turistico e culturale per comprendere come questa Amministrazione intenda procedere anche a sostegno della mozione già approvata in Consiglio comunale: “Padova rinasce dalla Cultura”».

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