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L'ass. Piva: «Scuole: ripartire senza ossessioni. Serve una Fase 3 di normalità altrimenti salta tutto»

«Chiedere di raddoppiare o triplicare spazi e classi vuol dire non conoscere come funziona il sistema scolastico. D'accordo con Zaia, niente plexiglas a scuola. Ma non cadiamo nel rimpallo di responsabilità, servono soluzioni e decisioni subito»

Nella consueta conferenza stampa delle 12 e 30 dalla sede della Protezione Civile di Marghera, il Presidente della Regione, Luca Zaia, ha annunciato che in Veneto non verranno installate divisorie in plexiglass nelle scuole. Una novità che comunque non speiga come sarà organizzato il nuovo anno scolastico. Ne abbiamo parlato con l'assessora con la delega all'istruzione per il comune di Padova, Cristina Piva. 

No Plexiglass

«Questa volta sono d’accordo con il Presidente Zaia, il plexiglas è uno spreco di energie e di risorse». Esordisce così l’assessora Cristina Piva quando la informiamo delle dichiarazioni del Presidente della Regione. «Il rientro a scuola avviene dopo i centri estivi e quindi questa esperienza sono certo ci servirà». Bocciato il plexiglass: «Non è una soluzione, non scherziamo». Quello della riapertura delle scuole sembra sempre più un rebus: «Riaprire le scuole secondo quelle che sono le direttive generali, è chiaro che non si può fare. Plexiglas a parte, mettere 15 bambini anziché 20 non credo sia una protezione. Ci sono i comportamenti naturali, poi, con i quali bisogna fare i conti. Quindi ci vuole un lavoro di responsabilizzazione che coinvolga tutti coloro frequentano gli ambienti scolastici». Mascherine e gel nelle classi e nei vari spazi, ma niente barriere: «Le mascherine si può chiedere vengano indossate, se si spiega loro perché. Dai più grandi ai più piccoli, senza creare ossessioni. Certo ci vuole cura dell’igiene, la possibilità di pulire ancora più spesso gli spazi scolastici, arieggiare il più possibile le aule e portare il più possibile gli studenti all’aperto, per le scuole che lo possono fare. Ma allargare gli spazi nelle scuole non è assolutamente possibile».

Realismo e tempi

Bisogna essere realisti e concreti, in pratica: «Come amministrazione stiamo lavorando e puntando sulle forze che abbiamo, perché bisogna fare i conti anche il personale scolastico che serve per tenere sempre tutto sanificato. Ci vogliono più insegnanti se si vuole raddoppiare o triplicare le classi. E ci vuole dove metterle, le classi. Il grosso del problema riguarda più le scuole delle superiori, perché lì le classi sono affollate e a volte gli spazi mancano».L’assessora Piva sa che bisogna mettere d’accordo diverse componenti se si vuole far ripartire tutto: «Ci vuole un tavolo attorno al quale mettere tutte le parti per fare il punto del problema per trovare le soluzioni. Ciò di cui abbiamo bisogno è che non si cominci a rimpallare le responsabilità, non è quello di cui abbiamo bisogno. Ufficio scolastico, provincia e comune devono lavorare all’unisono per trovare la soluzione. Obiettivi possibili e senso di responsabilità, il Paese deve andare avanti, altrimenti si fanno solo chiacchiere e si finisce per prendere poche decisioni». Non c’è molto tempo, quindi: «Se dovessimo ritrovarci a settembre a fare questi conti vorrebbe dire che non si potrebbe garantire il servizio alla metà o a un terzo di quelli a cui lo diamo, basti solo pensare ai nidi. Salta tutto il sistema se non si entra in una fase 3 dove si fa leva sulla responsabilità di adulti e piccini affrontando questo momento senza ossessioni»

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