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Giovedì, 18 Aprile 2024
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«L'ospedale di Schiavonia riapre il 7 con 50 posti letto extra per i positivi a Coronavirus»

Lo ha annunciato nella serata di martedì 3 marzo l’assessore alla sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin, incontrando a Padova la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 6 Euganea.

L’Ospedale di Schiavonia, chiuso all’inizio dell’emergenza Coronavirus e progressivamente svuotato dei pazienti che vi si trovavano, riaprirà i battenti a breve. La data più probabile è quella del 7 marzo: lo ha annunciato nella serata di martedì 3 marzo l’assessore alla sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin, incontrando a Padova la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 6 Euganea.

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La decisione

Spiega Manuela Lanzarin: «L’attività si riavvierà progressivamente, fino a ritornare ai livelli operativi usali, con tutti i suoi servizi. A questi, nell’ambito delle azioni che stiamo individuando con il Presidente della Regione per ampliare i posti letto per i casi di Coronavirus in tutta la regione, si aggiungerà un servizio prezioso e di vera e propria eccellenza per tutto il sistema sanitario nella lotta e cura al Coronavirus». Si tratterebbe, come ha anticipato l’assessore, di adibire l'area della week day surgery a degenza per i pazienti affetti da Covid-19 per un totale di 50 posti letto, che rimarrà operativa per il periodo necessario a superare le problematiche legate al coronavirus. Aggiunge Lanzarin: «Ci auguriamo tutti che il tempo sia il più breve possibile ma, ora come ora, non sarebbe serio fare previsioni. Né si può essere certi che questi letti, qui come in altri ospedali, serviranno davvero. Auspichiamo di no, ma è un dovere verso tutta la popolazione veneta prepararsi adeguatamente anche allo scenario più negativo». L’area in questione è collocata al primo piano del blocco C3 e può essere raggiunta dall'esterno con accessi dedicati e completamente avulsi dal resto dell’ospedale, così come in totale isolamento funzionerà l’intera struttura dedicata. Tale blocco è dotato inoltre di impiantistica che funzionalmente può essere separata dalle altre aree, rendendolo di fatto un tutt’uno a sé stante. «Nessun cittadino e nessun operatore sanitario, tranne quelli dedicati e i malati che verranno eventualmente ricoverati - ha concluso l’assessore - avrà il benchè minimo contatto con quest’area di un ospedale che, quindi, riprenderà la sua attività in totale sicurezza per operatori e utenti».

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