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Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità Sant'Urbano

«Se non piove sarà difficile che i germogli riescano a farsi strada tra le zolle»: la testimonianza

A lanciare l'allarme è Coldiretti Padova: «In sessanta giorni ha piovuto l’equivalente di un acquazzone di normale intensità. A rischio migliaia di ettari, a rischio le coltivazioni di soia, mais e grano»

In sessanta giorni ha piovuto l’equivalente di un acquazzone di normale intensità: nella Bassa Padovana, dall’inizio della primavera, dopo un inverno avaro di precipitazioni, l’allarme siccità ormai suona da mesi e sta provocando seri danni all’agricoltura.

Soia

I dati di rilevazione delle precipitazioni nelle centraline Arpav da Montagnana a Sant’Elena, passando per Sant’Urbano e Masi, sono impietosi: negli ultimi sessanta giorni se ne contano al massimo una decina in cui si sono registrate delle piogge, anche se quelle degne di questo nome non sono più di tre. In totale in due mesi sono caduti fra i 25 e i 40 millimetri d’acqua, a seconda delle zone. «Vale a dire nulla - osserva Coldiretti Padova - in una zona in cui insistono migliaia di ettari di coltivazioni, oltre a frutteti, orti e vigneti, che hanno bisogno d’acqua e che si trovano anche in zone non sempre raggiunte dall’irrigazione. Come è noto gli agricoltori per far fronte alla penuria d’acqua stanno irrigando il grano dall’inizio della primavera, un fatto decisamente straordinario e allarmante per il nostro territorio». E ora è allarme anche per la soia, una delle principali coltivazioni a pieno campo nella nostra provincia, con oltre 26mila ettari, come ricorda Coldiretti Padova: «Il mese scorso gli agricoltori erano stati costretti ad irrigare sul terreno nudo, prima ancora di seminare, perché il sole e il vento avevano inaridito i campi. Quindi già la semina era partita in ritardo ma ora, in mancanza di precipitazioni, la soia non cresce».

La testimonianza

Nicola Meneghesso, imprenditore agricolo di Carmignano di Sant’Urbano nonché vice delegato di Coldiretti Giovani Impresa Padova, solleva la terra ridotta a polvere in un campo in cui la soia seminata in precedenza non riesce a spuntare: «Se non piove sarà difficile che i germogli riescano a farsi strada tra le zolle indurite e crescere: purtroppo dopo il frumento anche la soia sta risentendo della mancanza di pioggia. Con l’irrigazione di soccorso non possiamo arrivare dappertutto, anche perché le spese sarebbero ingenti, vista l’estensione delle coltivazioni. Nelle prossime ore è previsto il passaggio di una perturbazione, speriamo che porti un po’ d’acqua per i nostri campi e le nostri prodotti, senza fare danni però, perché già stiamo attraversando un periodo difficile». Aggiunge Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova: «La siccità ormai è una costante per il nostro territorio, in particolare per la Bassa Padovana, e quasi ogni anno gli agricoltori si trovano a dover affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e della minore disponibilità d’acqua. Chi può si è organizzato con nuovi sistemi di irrigazione oppure ha convertito la produzione privilegiando coltivazioni che richiedono un minor apporto di acqua. Resta poi il problema che una vasta area della Bassa Padovana, a sud di Este e Montagnana in particolare, non è raggiunta nemmeno dalla rete di irrigazione e scarseggiano pure i pozzi artesiani. Le aziende agricole a ridosso dell’Adige, invece, o dei principali canali irrigui riescono ad attingere l’acqua, ovviamente sostenendo costi importanti che vanno ad incidere negativamente sulla redditività già critica per il settore primario».

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