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Cronaca

Minniti a Padova, sit-in di protesta di Padova Accoglie: "Nessuna persona è Illegale"

Mobilitazione sul Liston in occasione della visita del ministro dell'Interno nella città del Santo

La visita del ministro dell'Interno Marco Minniti a Padova non ha ricevuto la migliore accoglienza. Giovedì notte alcuni malviventi mandato in frantumi la vetrina della sede del Pd di piazzetta Forcellini e per terra hanno anche scritto con della vernice spray rossa "Minniti boia". A questo si è aggiunto il sit-in di protesta indetto da Padova Accoglie.

NO ALLE LEGGE MINNITI. Coperte termiche, cartelli e striscione con la scritta Nessuna Persona è Illegale: "No alle leggi Minniti Orlando". "Come Padova accoglie abbiamo lottato contro il razzismo istituzionalizzato,  - hanno spiegato - abbiamo creato progetti per rendere il nostro territorio un ambito di sperimentazione per un modello di accoglienza centrato su ambiziosi e vincenti percorsi di inclusione che costituiscono un esempio replicabile e virtuoso. Abbiamo più volte tentato di ottenere provvedimenti che favorissero questi percorsi, come la concessione dei permessi di soggiorno finalizzati alla presenza di realtà occupazionali reali. Inutilmente. Anzi."

ESERCITO ILLEGALE. "Minniti con i decreti che portano la sua firma - sottolineano - è come se si fosse prefisso l’obiettivo di affossare questi progetti: ha semplicemente schiacciato la discussione solo sul piano securitario. Togliere la possibilità di ricorrere in Corte d’appello ai dinieghi opposti dalle commissioni, oltre che calpestare come nessuno aveva osato fare fino ad ora i diritti costituzionale di ogni individuo, ha come unico effetto la creazione di un esercito di irregolari senza alcuna possibilità di integrazione. Un esercito illegale pronto per essere additato come minaccia alla sicurezza delle città".

PROGETTO CENTRALE. "Proporsi come paladini dell’ordine e della sicurezza ripercorrendo le tracce delle peggiori forze xenofobe del nostro paese rivela solo inconsistenza di progetto, che invece soggiace esclusivamente alla logica repressiva. Quello di cui hanno bisogno le nostre città non sono i fogli di via, la cancellazione anche giuridica dei diritti, i nuovi Cie per rifornire di carne umana i lager in Africa. Quello che manca - concludono - è un progetto centrale e inclusivo che sappia guardare e pensare a un nuovo modello di sviluppo che porti a percorsi sostenibili, che già esistono, unici in grado di generare cittadinanza e felicità invece di muri e nuove prigioni. Questa è la nostra idea di sicurezza e inclusione ed è l’unica reale e possibile".

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