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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Librerie, chi apre e chi no: due storie agli antipodi

Due storie opposte per raccontare come vivono i librai un'emergenza che da un lato dovrebbe incentivare la lettura ma dall'altra, con le restrizioni in campo, non consente alle librerie di essere raggiunte

Librerie, chi apre e chi no. Abbiamo scelto due storie opposte per raccontare come vivono i librai un'emergenza che paradossalmente da un lato dovrebbe incentivare la lettura ma dall'altra, con le restrizioni in campo, non consente alle librerie di essere raggiunte. 

Libri

Per Cristiano Amedei della libreria Minerva, ad esempio, tenere aperto per soli due giorni è assolutamente sbagliato: «La decisione del Governo e ancor più della Regione di aprirle in due giorni non è la soluzione giusta. Si concentra la frequentazione in pochi momenti e poi non c’è stato spiegato come sanificare, come far stare le persone tra gli scaffali, consultare i libri e quello che solitamente fa chi frequenta un posto come questo». Hanno messo tutto il materiale online e vendono i libri dal loro sito.

In via Barbarigo invece martedì e venerdì è aperta la “Libreria delle donne”. Ilaria ci spiega che martedì, il primo giorno di apertura, è andato molto bene. Hanno scelto di aprire anche il venerdì. All’entrata ci sono i dispositivi anti Covid19, guanti e gel disinfettante per le mani. «La gente era quasi commossa martedì - spiega Ilaria - molto contenta». In questo periodo non ci sono state nuove uscite, il fatto che non ci fosse nessuna novità non ha inciso: «Tutt’altro - prosegue Ilaria - chi è venuto aveva solo voglia di nuove letture, non necessariamente di novità dell’ultimo momento». Che non ci sono, effettivamente, in nessuna libreria. Due esempi opposti che danno però il quadro di una situazione assolutamente complicata.

Amministrazione

Per l'assessore alla cultura Andrea Colasio: «Sono segnali che vogliono evocare la normalità ma ci vorrà ancora un mese che le librerie tornino ad essere quello che ricordiamo. C'è quindi anche significato fortemente simbolico nell'atto di riaprire in condizioni evidentemente difficili». Per l'assessore Antonio Bressa invece la questione è invece più pratica: «I comuni non possono che attenersi a quelle che sono le direttive del Governo e della Regione. Che riaprano le librerie è chiaramente un segno postivo anche se non biasimo chi fa una scelta opposta perché stiamo comunque parlando di luoghi, penso alle piccole librerie, che devono far fronte anche a far si che sia garantita la cosiddetta distanza sociale e che per spazi limitati può essere evidentemente un problema». 

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