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Cronaca

Individuati i colpevoli del raid al cimitero dell'Arcella, hanno agito per noia

Sono tre minori e un maggiorenne, in un primo momento sembrava volessero vendicare del parroco perché aveva chiuso i campi da calcio. La questura ha poi smentito

Vilipendio di tombe e danneggiamento aggravato: è il reato per cui sono indagati quattro ragazzi tra i 16 e i 18 anni sospettati di essere gli autori del raid contro il cimitero di Sant'Antonino all'Arcella, avvenuto la notte di venerdì santo.

I colpevoli

Tre di loro sono minorenni, per cui la competenza è del tribunale dei minori, un quarto è maggiorenne. I quattro sono tutti ragazzi italiani che gravitano nel quartiere. Secondo una prima versione riferita dall'Ansa avrebbero messo a soqquadro il cimitero per vendicarsi del parroco che negli ultimi mesi ha chiuso il campo da calcio per via del lockdown, anche per questo avrebbero danneggiato gli spogliatoi vicini, mentre secondo fonti della polizia avrebbero agito per svago. Il primo ad essere individuato dalla Squadra mobile è stato il ragazzo maggiorenne, controllato la sera stessa poco distante dal cimitero. Le sue impronte lasciate sulle tombe lo hanno incastrato. Successivamente gli agenti sono risaliti agli altri tre responsabili. I quattro hanno cenato a casa di uno di loro, hanno bevuto e deciso di compiere il grave gesto. Nessun provvedimento restrittivo della libertà personale è stato assunto al momento.

La polizia

In serata è arrivato un comunicato della Questura che ha chiarito come non sarebbe l'acredine verso il parroco ma la mera noia il motivo del gesto. «Di seguito e in relazione ai fatti accaduti presso il Cimitero Comunale Arcella di Padova, ove nei giorni scorsi si era appurato che ignoti autori avevano nottetempo danneggiato tombe, cappelle ed ornamenti vari destinati al culto dei defunti, personale della Polizia di Stato della Questura di Padova (Squadra Mobile - Sezione Criminalità Diffusa), ha deferito alla Procura della Repubblica di Padova ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia, per ipotesi di danneggiamento aggravato e vilipendio delle tombe, quattro ragazzi di età compresa tra i 16 ed i 18 anni, tutti di Padova, individuati quali responsabili del grave episodio. Avviati i primi accertamenti (ivi compresi i rilievi da parte della Polizia Scientifica, col successivo rinvenimento di tracce ematiche ed impronte), sentite alcune persone informate sui fatti, e muovendo sin da subito dall’ipotesi del probabile coinvolgimento di soggetti che conoscevano bene i luoghi ed abituali frequentatori del parco Milcovich, si è per primo individuato il soggetto maggiorenne, controllato in quei medesimi luoghi proprio la stessa sera dei fatti. D’intesa e sotto la direzione della Procura della Repubblica di Padova è stato pertanto rintracciato quest’ultimo soggetto, nei cui confronti sono stati successivamente raccolti ulteriori elementi indiziari (ivi compreso il raffronto di alcune delle impronte rilevate sul luogo del misfatto). Grazie a questa prima individuazione, si è successivamente risaliti anche all’identità dei tre minori che con lui abitualmente si accompagnano. Questi ultimi, deferiti alla competente Procura per i Minori di Venezia, sono stati a loro volta fatti oggetto di accertamenti finalizzati a confermarne ulteriormente il pieno coinvolgimento (anche in questo caso mediante raffronto delle impronte e del profilo genetico con i campioni di dna prelevati dalle tracce ematiche repertate dalla Polizia Scientifica)».

Le ragioni

«Circa le ragioni del grave gesto- spiega ancora la questura- non trova al momento alcuna conferma la circostanza che i responsabili avrebbe agito per vendetta (nei confronti di alcuno). Piuttosto, per quanto inquietante, l’unica giustificazione al momento addotta da uno dei ragazzi è stata quella di aver agito per mero svago.  Dopo aver cenato  e bevuto alcuni alcolici presso l’abitazione di uno di loro, i quattro ragazzi sarebbero usciti ed avrebbero deciso di proseguire la serata all’interno del parco comunale “Milcovich”, di cui scavalcavano la rete di recinzione. Successivamente, per puro divertimento, avrebbero deciso di entrare nel cimitero. Quindi, scavalcatone il muro perimetrale, avrebbero iniziato a camminare sui tetti delle cappelle dei defunti, per poi porre in essere le gravi azioni di danneggiamento e vilipendio. Nessun provvedimento restrittivo della libertà personale è stato e verrà assunto d’iniziativa».

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