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Economia

Gelaterie in crisi, Zambonin (Appe): «Perdita di fatturato del 50%, e futuro a tinte fosche»

«Molti colleghi temono un tracollo finanziario in mancanza di poderosi aiuti governativi, al momento solo annunciati, e tante gelaterie si interrogano se sia sensato mantenere ancora aperta un’attività, con il rischio di doversi indebitare anche solo per pagare tasse o affitti di locali e senza avere un rientro significativo collegato agli incassi»

«Anche le gelaterie hanno subìto un tremendo contraccolpo a causa dello “tsunami Coronavirus” e purtroppo il futuro appare a tinte molto fosche». Parole di Lorenzo Zambonin, dirigente dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (Appe) di Padova e contitolare con il socio Guido Zandonà delle gelaterie “Ciokkolatte” in piazza dei Signori a Padova, che sottolinea come l’emergenza Covid-19 abbia messo in ginocchio l’intero settore che, dopo la forzata pausa invernale attendeva l’arrivo della “buona stagione”, il cui avvio solitamente coincide con San Valentino.

Effetti negativi

Sottolinea Zambonin: «Gli effetti economici negativi si sono visti subito dopo il caso di Vo' il 21 febbraio, perché le persone hanno cominciato da subito ad uscire di meno e gli studenti, a causa della chiusura delle scuole, non frequentavano più le loro gelaterie preferite. Come Ciokkolatte abbiamo deciso di chiudere la gelateria prima del lockdown imposto dal 12 marzo perché ci sembrava giusto e rispettoso, nei confronti di tutti, non alimentare gli assembramenti. Ma da due settimane a questa parte abbiamo deciso, come molti altri colleghi, di iniziare con le consegne a domicilio per dare un minimo di "ossigeno alle casse"». L’icecream-delivery, però, è ovviamente solo un "ripiego" perché gli incassi non possono essere certo paragonati a quelli normali e soprattutto perché il gelato è da sempre considerato un momento di piacere fuori casa, una pausa di felicità da gustare all’aria aperta, magari passeggiando o seduti su una panchina al tepore del sole. Prosegue Zambonin: «In questo momento si può stimare una perdita per la provincia di Padova che si aggira, considerando solo le perdite di marzo e aprile, di almeno un quarto del fatturato annuale. Considerando poi che, anche con un'eventuale ripartenza temporalmente ravvicinata, non si potrebbero comunque toccare i volumi degli anni precedenti, in relazione alle norme collegate alla distanza da tenere tra i clienti, si può valutare in maniera ottimistica che una gelateria artigianale, se andrà bene, nel 2020 fatturerà meno del 50% degli anni scorsi».

Categoria a dura prova

Questa situazione rischia di mettere a dura prova l’intera categoria degli imprenditori del mondo del gelato, spesso rappresentati da una realtà familiare, che potrebbe non avere la forza reddituale per sostenersi durante il periodo invernale di chiusura. Conclude Zambonin: «Molti sono i colleghi che temono un tracollo finanziario in mancanza di poderosi aiuti governativi, al momento solo annunciati. Tante gelaterie si interrogano se sia sensato mantenere ancora aperta un’attività, con il rischio di doversi indebitare anche solo per pagare tasse o affitti di locali, senza avere un rientro significativo collegato agli incassi. Numerosi gelatieri cercano di reagire a questa situazione, formandosi, lavorando con i social network, preparandosi per la riapertura anche con particolari sconti e promozioni per attrarre i clienti. Intanto invitiamo i colleghi che ancora non l’hanno fatto ad aderire al portale “Gustareacasa.it” (gioco di parole tra “Gustare” e “Stare a casa”) dove sono presenti parecchie gelaterie, che possono essere scelte dagli internauti in base alle proprie preferenze personali, oppure in base alla vicinanza geografica grazie ad una semplice mappa interattiva».

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