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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Caf, Cia e Patronato Inac, boom di accessi in provincia di Padova

A maggior ragione nell’attuale contesto in cui gli uffici dell’Inps permangono chiusi al pubblico per il covid e con tutti i moduli inerenti i vari bonus da inoltrare

Settantottomila accessi ai quattordici Uffici del Caf-Cia e al Patronato Inac in provincia nel 2020, oltre 30mila le pratiche espletate. I numeri dei servizi al cittadino erogati da Cia Padova nell’anno della pandemia dimostrano che i presìdi di assistenza fiscale, tuttora aperti in presenza (previa prenotazione), sono sempre più un punto di riferimento per la popolazione. A maggior ragione nell’attuale contesto in cui gli uffici dell’Inps permangono chiusi al pubblico a causa del covid. E con tutti i moduli inerenti i vari bonus da inoltrare, nei tempi corretti, alla stessa Inps o all’Agenzia delle Entrate.

Sedi aperte

«Le nostre sedi – sottolinea Massimo Lazzarin, direttore Patronato Inac e responsabile provinciale Servizi alla persona Cia Padova – sono sempre rimaste aperte, in totale sicurezza, per rispondere alle istanze dei cittadini. Come la filiera agricola, pure questo settore non si è mai fermato. Rappresentiamo uno degli ultimi baluardi in un momento di emergenza, insieme agli operatori sanitari. Abbiamo una responsabilità nei confronti della popolazione», aggiunge. In particolare, in queste settimane gli impiegati dei Caf e del Patronato Inac stanno telefonando agli utenti per ricordare loro le diverse scadenze fiscali. «Un modo, questo, per testimoniare la nostra concreta vicinanza alle famiglie – precisa - Siamo chiamati a fornire le nostre competenze e professionalità affinché siano loro garantite le prestazioni di cui hanno diritto».

Reddito e pensione

Fra le attività in corso, entro il 31 gennaio tutti i beneficiari del reddito o della pensione di cittadinanza sono tenuti a rinnovare l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) per non perdere la continuità nel pagamento della prestazione. «In ogni caso – aggiunge Lazzarin - stiamo limitando al minimo i contatti: gli interessati si recano nei nostri uffici solo per il tempo necessario ad apporre le firme sui documenti». Entro il 31 marzo, invece, i pensionati titolari di prestazioni collegate al reddito hanno l'obbligo di dichiarare all'Inps i propri redditi (ovvero il Red, dichiarazione della situazione reddituale) e, qualora previsto dalla normativa, anche del coniuge e dei componenti del nucleo rilevanti per la medesima prestazione. «L'Inps non invia comunicazioni cartacee agli interessati – spiega Lazzarin – Occorre dunque che gli interessati si muovano autonomamente; altrimenti, rischiano di perdere trattamenti accessori quali l’integrazione al trattamento minimo o gli assegni nucleo famigliare. Pure in questo caso ci stiamo attivando per ricordare loro, tramite telefonate, le scadenze”. “In generale – conclude – siamo subissati di domande, in particolare da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus. Nei paesi di provincia siamo diventati delle colonne portanti, come il parroco o il sindaco. Continueremo a stare vicini alla gente, in una logica di sostegno e supporto, che talvolta è pure di tipo psicologico. In tanti ci chiedono anche solo una parola di conforto».

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