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«Perso l'80% della produzione di miele»: l'allarme degli apicoltori di Coldiretti

Quest’anno la produzione è in forte calo a causa dell’andamento climatico che ha condizionato la produzione, in particolare del miele di acacia, con notevoli perdite anche per la varietà millefiori, la più diffusa nella nostra provincia

«Le risorse stanziate, pur apprezzabili, non risultano tuttavia sufficienti rispetto ai danni subiti dal settore apistico durante il 2021 per effetto degli eventi climatici anomali»: è il commento di Coldiretti Veneto in merito alla destinazione dell'aiuto economico previsto dal Fondo di Solidarietà nazionale, e sollecitato più volte da Coldiretti, che interessa gli apicoltori professionali che a causa delle gelate di aprile hanno riscontrato pesanti danni con riduzione di produzione fino all'80%.

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A fronte di quasi duemila istanze presentate dagli operatori veneti, qualche centinaio le domande della nostra provincia, considerati sia gli agricoltori che hanno avuto danni alle colture (frutticole in particolare) e gli apicoltori, sono stati assegnati poco più di 25 milioni. Sulla base del riparto nazionale, per questi ultimi Coldiretti stima un contributo pari a 1 milione di euro in Veneto. Aggiunge Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova: «Il dato positivo da mettere in evidenza è che per la prima volta, in seguito alle numerose segnalazioni e sollecitazioni di Coldiretti, sono stati stanziati dei fondi per gli apicoltori, un segnale di riconoscimento per un' attività che nella nostra regione interessa circa 7mila realtà impegnate nella produzione di miele a kmz ero di cui il 19% certificato bio. Nel padovano gli apicoltori sono circa 1.400, in grande maggioranza hobbisti, quest’anno in crescita, accanto ai quali vi sono alcune decine di professionisti che assicurano la produzione del miele padovano. Nei 2.300 apiari si contano circa 12 mila arnie, localizzate in buona parte del territorio, dai Colli Euganei alla pianura, e una produzione potenziale di circa 4 mila quintali di miele, oltre ai derivati. Un prodotto locale ricercato e apprezzato dai consumatori, nonostante la concorrenza di miele straniero di qualità nettamente inferiore». Quest’anno però la produzione è in forte calo, tra il 70 e l’80 per cento, proprio a causa dell’andamento climatico che ha condizionato la produzione, in particolare del miele di acacia, con notevoli perdite anche per la varietà millefiori, la più diffusa nella nostra provincia. Quando le api sono andate un po’ in sofferenza alimentare, nel periodo più critico, gli apicoltori sono intervenuti con l’alimentazione di soccorso, somministrando sciroppo a base di zucchero. «Le api sono si sono salvate perché - aggiunge Bressan - gli apicoltori più esperti sanno come prendersi cura degli alveari, costantemente monitorati tutto l’anno con interventi quotidiani, indispensabili proprio in questi momenti critici. Ma proprio per questo servono maggiore attenzione, più risorse e maggior rispetto per gli apicoltori del nostro territorio che garantiscono una produzione di alta qualità con elementi di nicchia e assai ricercati, che sono il vanto della nostra agricoltura».

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