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GUERRA IN UCRAINA

Agricoltori scendono in piazza contro la guerra in Ucraina: «Caro energia spinto dal conflitto»

La frase è di Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova, che con una delegazione di agricoltori padovani ha manifestato alla Fieragricola di Verona mercoledì 2 marzo

Contro la guerra che fa perdere vite umane e mette in pericolo il futuro di una intera generazione nata dopo la caduta del muro di Berlino i giovani agricoltori della Coldiretti hanno lasciato le campagne per scendere in piazza mercoledì 2 marzo a sostegno dei colloqui di pace con trattori, mucche e campanacci in occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona segnata dallo sconvolgimento del mercato mondiale del cibo con il rischio della perdita del lavoro, della stabilità economica ma anche delle forniture alimentari e dell’inflazione che aumenta povertà e fame in Italia e nel mondo. 

La manifestazione

Nutrita la partecipazione dei giovani e delle donne imprenditrici di Coldiretti Padova con il presidente provinciale Massimo Bressan, insieme a Valentina Galesso di Coldiretti Donne Impresa Padova e molti giovani agricoltori. Fra questi Silvia Girotto, imprenditrice florovivaistica di Anguillara Veneta, accanto al presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini: dopo aver intrecciato una ghirlanda di pace con i fiori della sua azienda ha portato la sua testimonianza degli effetti della crisi internazionale che ha spinto i costi energetici alle stelle. «Le bollette sono raddoppiate, le spese aumentate a dismisura - racconta Girotto - così a malincuore abbiamo dovuto spegnere il riscaldamento nelle nostre serre e rinunciare a produrre migliaia di fiori, come i tulipani e le calle, perché le spese vive superano di gran lunga i costi di produzione. Un esempio? Un bulbo di tulipano costa tra i 20 e i 30centesimi, più Iva e trasporto, in questi mesi la bolletta energetica è raddoppiata e questo prodotto richiede molto calore e luce per arrivare alla fioritura. Solo le spese vive arrivano a 1,50 euro, mettendoci anche il lavoro si raggiungono i 2 euro, ma all’ingrosso ogni fiore è venduto a 60 centesimi. Un costo impossibile da sostenere. Da qui la decisione sofferta ma ponderata di rinunciare a questa produzione per non gravare sui clienti consumatori».

Il caro energia

«A Verona Coldiretti è scesa in piazza - spiega Bressan - perché i rincari energetici spinti dal conflitto portano i costi di produzione nelle campagne ben oltre il livello della sostenibilità economica mettendo a rischio le aziende agricole, il carrello della spesa delle famiglie e l’indipendenza alimentare del Paese. Un giovane agricoltore su quattro (25%) nell’ultimo mese ha ridotto la produzione a causa dei rincari energetici aggravati dalla guerra in Ucraina che hanno provocato un aumento record dei costi, dal gasolio ai concimi, dai mangimi ai materiali per l’imballaggio e mettono a rischio il futuro di un’intera generazione. L’agricoltura è l’unico settore che registra un calo del valore aggiunto (-0,8%) in netta controtendenza all’andamento generale con un balzo del 6,6% del Pil rilevato dall’Istat nel 2021. Con l’aumento dei costi si rischia l’abbandono delle produzioni con il latte che, ad esempio, viene pagato agli allevatori appena 38 centesimi al litro, mentre un coltivatore di pomodoro da industria per la passata si vede corrispondere addirittura solo 10 centesimi al chilo, secondo l’analisi Coldiretti. Un chilo di grano che viene pagato agli agricoltori 31 centesimi serve per produrre un chilo di pane che viene venduto a consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 4 euro a seconda delle città. Il problema vero  è il costo dell’energia che è esploso ed ha colpito tutte le attività produttive, dal gasolio per il trattore necessario alle semine al riscaldamento delle serre fino al prezzo dei concimi per garantire fertilità ed aumentare la produzione che è balzato del 170%». 

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