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Prende corpo la struttura in Fiera: diventerà l'Hub universitaria di Ingegneria

Intanto il Bo prosegue le perizie per valutare padiglioni 7 e 8, in vendita come quasi tutta la struttura. C'è però chi critica l'operazione

«Prende forma il quartiere fieristico del futuro: polo di eventi, conoscenza e innovazione. Entro un anno sarà realizzato il nuovo Hub di Ingegneria». La voce è quella di Antonio Bressa, assessore alle attività produttive, che commenta l'andamento dei lavori in Fiera, dove un po' alla volta si sta insediando l'Università. A breve il Bo potrebbe anche acquistare i padiglioni 7 e 8, allrgando così il progetto ed espandendo l'area scientifica in via Tommaseo.

Le parole di Bressa

«Abbiamo rilasciato tutte le autorizzazioni edilizie necessarie e dopo l'abbattimento del padiglione 2 sono iniziati i lavori per un edificio che ospiterà fino a 3 mila studenti, laboratori e aule didattiche. La realizzazione avverrà attraverso l'innovativa modalità costruttiva con pannelli Xlam e cambierà l'immagine di via Nicolò Tommaseo. L'ingresso dell'Università degli Studi di Padova nel polo fieristico si inserisce nel programma di trasformazione e rilancio della Fiera, condiviso tra soci pubblici e il sistema associativo. Un'operazione che ha preso il via con l'apertura del nuovo Centro Congressi, già lanciato verso le 100.000 presenze all'anno. Si aggiungono così alle manifestazioni fieristiche (26 già fissate per il 2024) spazi per la convegnistica e la ricerca nella direzione di una fiera attiva 365 giorni all'anno. I prossimi passi di Padova Hall prevedono la realizzazione di una struttura ricettiva a supporto del centro congressi e di nuovi spazi di socialità. Resta quindi la possibilità anche di realizzare l'Arena della Musica. L'obiettivo è quello di continuare a dare alla città uno spazio vivo, ricco di manifestazioni e che sa valorizzare una vocazione specifica di Padova, da sempre città di incontri, di scienza e trasferimento tecnologico alle imprese».

Scettici

«La trasformazione dell’area passa attraverso il grande Centro Congressi e l’Università, sempre più presente, dopo l’Hub, con l’acquisto dei capannoni 7 e 8 - commenta Leonardo Cetera, ex presidente dell'associazione dei costruttori, sui suoi canali social - .È improprio quindi parlare di ‘quartiere fieristico’, perché la Fiera è morta da tempo, con bilanci in perdita plurimilionaria da anni. L’Arena della Musica, con buona pace di Bertin e Zed, non si farà mai, per fortuna. E così anche quel ‘Food’ senza alcun senso. Davvero, si può sperare solo nell’Università, evitando i conflitti di interesse societari ancora in corso». «La Fiera delle chiacchiere - aggiunge invece Fernando Zilio, ex presidente della Camera di Commercio, oggi esponente di Forza Italia - .Il destino era già scritto e bastava andarsi a leggere i verbali di Fiera Immobiliare di qualche quinquennio fa. Ignorati, e per di più buttati, milioni di euro per alla fine tornare al punto di partenza».

L'opposizione

«Come volevasi dimostrare e come denunciamo da anni dai banchi del consiglio comunale, si conferma tutto quello che avevamo predetto e che l'amministrazione aveva sempre smentito - commenta il consigliere di Fratelli d'Italia, Enrico Turrin - .La notizia del via alle perizie per i padiglioni 7 ed 8, propedeutiche ad una vendita all' università, non sono che la certezza di cosa sia diventato il quartiere fieristico con Padova Hall e cioè una mastodontica opportunità immobiliare per l'Università. D'altra parte, che i conti della (ex) Fiera non fossero in linea con le pesanti esposizioni bancarie dovute proprio a quegli stessi padiglioni era oramai noto, così come che gli introiti generati dai sempre meno attraenti eventi espositivi non riuscissero a generare liquidità sufficiente per alimentare la società. I bilanci in profondo rosso di questi anni ne sono la prova e se si è riusciti ad evitare il disastro fino ad ora è stato solo grazie ad una causa vinta in tribunale ed ai ristori governativi post covid. Ma questa situazione non è evidentemente sostenibile a lungo termine, per cui la necessità di fare cassa attraverso la vendita degli immobili. Sia chiaro, nulla contro la nostra Università, ma ciò che non è politicamente tollerabile, è l'operato della sinistra padovana totalmente asservito ad un ente che per quanto importante e meritevole, persegue i propri interessi e non quelli generali a cui dovrebbe adempiere il Comune. La Fiera è morta con la volontà politica del Sindaco Giordani di riportarla in mano pubblica per poi convertirla in una società immobiliare di fatto tramite la trasformazione in Padova Hall. Tutto ovviamente legittimo sotto il profilo formale, ma decisamente sbagliato sotto quello politico ed economico. La città e le sue categorie economiche perdono definitivamente un volano per la loro crescita e non sarà più possibile tornare indietro».
 

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