Registrati 5 gradi di differenza tra Portello e Basso Isonzo: l'effetto delle isole di calore in inverno

La notte scorsa, quella di martedì 19 dicembre, le temperature rilevate dagli unici due strumenti tarati ad hoc e autorizzati, presenti in città, quello del Portello e quello del Basso Isonzo, hanno registrato una differenza di ben 5 gradi nei due luoghi, nello stesso momento, le 23 e 13. Al Portello si registrano 5,7 gradi. Al Basso Isonzo si registra addirittura il segno meno.

Una situazione che ricalca quanto accaduto quest'estate, la notte tra il 21 il 22 agosto, quando si erano registrati ben 6 gradi di differenza tra il Portello e il Basso Isonzo. Condizioni molto differenti quelle che registriamo oggi rispetto alla bollente estate appena trascorsa, come è ovvio. Ma ciò che è facilmente riscontrabile da chiunque è che rimane limitante esprimere un dato rispetto al clima di una città, che al contrario cambia da quartiere a quartiere. E' grazie al gruppo di ricerca del Centro di Eccellenza Jean Monnet sulla giustizia climatica (Dipartimento ICEA, Università di Padova) e del Master di II livello in GIScience e SPR che mostra l'impatto delle ondate ed isole di calore a Padova, che abbiamo questi dati. Nei prossimi mesi proprio grazie al loro lavoro si potrà finalmente avere una reale mappatura di quelli che sono le temperature in ben dieci punti diversi della nostra città. L'iniziativa del Dipartimento Icea dell'Università di Padova permetterà di misurare con precisione non sole le temperature nei vari quartieri della città ma raccogliere anche altri importanti dati fondamentali per affrontare la crisi climatica in atto.

«Gli eventi estremi di caldo - il cui aumento in magnitudo, frequenza, durata sono ineludibilmente legati al cambiamento climatico globale - ci sono anche nella stagione invernale, anche se molto meno percepiti dalle persone. In generale, gli inverni stanno diventando più miti, con anomalie termiche "fuori stagione" sempre più lunghe e frequent», spiega il professor Salvatore Pappalardo. «Ma in un ambiente urbano come quello del Comune di Padova, con ampie zone cementificate ed un tessuto urbano estremamente eterogeneo - il fenomeno delle "isole di calore" amplifica ancor più questi estremi termici, enfattizzando le differenze di temperatura tra diverse zone della città. Lo abbiamo notato, ancora una volta, dai sensori delle nostre stazioni Meteonetwork, tra la centralina al Portello (Dip. ICEA) e quella al Basso Isonzo, con oltre 6 °C di differenza. Alle 23 della scorsa notte (20/12) abbiamo registrato 5,7 °C al Portello e - 0,4 °C al Basso Isonzo.Il fenomeno delle isole di calore tra queste due zone della città è infatti "polarizzato", con differenze rilevanti. Negli ultimi 30 giorni, per esempio, la temperatura è scesa sotto zero ben undici volte nell'area del Basso Isonzo, mentre non è mai andata sotto tale soglia al Portello».

«Dai nostri studi meteo-climatici stiamo notando che le ondate ed isole di calore urbane a Padova risultano essere "più spinte" nella stagione invernale e di notte, determinando notti decisamenti più miti nelle zone fortemente cementificate. Questo potrebbe essere forse un elemento positivo se pensiamo agli ambienti domestici ed al riscaldamento, non lo è per gli ecosistemi urbani e la biodiversità che hanno un ruolo importantissimo in numerosi servizi ambientali fondamentali per città ed i suoi residenti», precisa il professore. «Notti più miti in città, ma non c'è da stare troppo sereni: è il clima che cambia. L'implementazione di altre sette stazioni meteorologiche  ci consentiranno dall'anno 2024 di poter monitorare e valutare le isole di calore e gli eventi estremi in città».