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L'allarme di Ascom, Bertin: «Ripresa lenta, rischio che all'emergenza sanitaria si sommi quella politica»

«Gente in giro se ne vede poca o per paura del contagio o per le quarantene o, ancora, per lo smart working che tiene le persone a casa. Le attività commerciali “fisiche”, sottoposte ai diversi obblighi anti-covid, languono ma, parimenti, l’e-commerce, senza obbligo alcuno, cresce» dice Bertin

«Magari in estate saremo tutti oberati di lavoro, ma per il momento viviamo alla giornata». Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, riceve le segnalazioni dei soci e non sono entusiaste. La ripresa sembra essere molto lenta.

La ripresa

«Gente in giro se ne vede poca o per paura del contagio o per le quarantene o, ancora, per lo smart working che tiene le persone tra le quattro mura di casa. Il risultato è che le attività commerciali “fisiche”, sottoposte ai diversi obblighi anti-covid, languono ma, parimenti, l’e-commerce, senza obbligo alcuno, cresce» fa notare Bertin. A questo bisogna aggiungere l’inflazione che comincia a galoppare (a Padova siamo ben oltre il 4%) e che riduce sensibilmente il potere d’acquisto delle famiglie e i costi dell’energia che sono fuori controllo nonostante gli interventi del governo. «A questo proposito – commenta Bertin – è vero che il decreto approvato la settimana scorsa interviene a sostegno dei settori che sono stati chiusi a seguito della pandemia o che ne sono stati fortemente danneggiati, però non dà risposte a tutte le tipologie di attività e, soprattutto, complica le cose sul piano burocratico. Posso dire che 350 milioni per il turismo, 390 per il commercio al dettaglio e 100 per le attività della cultura sono poca cosa ma, per certi versi, ci preoccupa di più la “tiepidezza” sulle moratorie fiscali e su quelle creditizie». 

Ammortizzatori sociali

È sugli ammortizzatori sociali che il giudizio di Ascom è “tranchant”: invece di prorogare la cassa Covid, il Governo ha scelto di mettere a disposizione delle imprese in crisi gli strumenti ordinari che sono stati oggetto di riforma, con la sola esenzione sul contributo addizionale a carico dei datori di lavoro. Ma chi ha dipendenti sa che gli ammortizzatori ordinari prevedono normalmente un'anticipazione del salario da parte dei datori di lavoro e le imprese, in fortissima crisi di liquidità, non sono in grado di farvi fronte. Le procedure legate agli ammortizzatori ordinari previsti dal decreto sono molto più lunghe e complesse di quelle della cassa Covid e le imprese e i lavoratori soprattutto del turismo organizzato, che hanno già esaurito la fruizione dei periodi concessi al 31 dicembre 2021, non possono più permettersi di attendere tempi lunghi e incerti. «Il rischio – conferma Bertin – è che le aziende siano costrette a licenziare con tutto ciò che ne consegue non solo in termini di immediata disoccupazione ma anche, in prospettiva, di difficoltà a recuperare professionalità che andranno irrimediabilmente perdute. Non vorrei che all’emergenza sanitaria, forse in fase di allentamento – conclude il presidente dell’Ascom – si sommasse anche un’emergenza politica. La rielezione del presidente Mattarella, che ha risposto con grande senso di responsabilità istituzionale ad una situazione a dir poco penosa, ha calmato le acque, ma le fibrillazioni sono dietro l’angolo e, Dio non voglia, finiscano per scaricarsi anche sul governo Draghi che, pur con qualche limite, ci ha permesso se non proprio di uscire dalle secche di una crisi economica devastante causa pandemia, almeno di galleggiare e guardare al futuro con un pizzico di ottimismo».

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