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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Niente auditorium alla Prandina, arriva il "no" del soprintendente Tinè

Appena rientrato in città per sostituire Magani, ha incontrato il sindaco esprimendo tutti i suoi dubbi sul progetto che era spuntato a Natale

L'auditorium alla Prandina non si farà. A mettere la parola "fine" al sogno che il sindaco Sergio Giordani aveva espresso alla vigilia di Natale, su spinta di alcuni esponenti di AmoPadova, dell'assessore Andrea Colasio e dell'ex sindaco, senatore e oggi presidente di Opv Paolo Giaretta, è stato il soprintendente Vincenzo Tinè: «Non ho dato nessun parere negativo ufficiale, perché non è mai arrivata una richiesta altrettanto ufficiale - ha spiegato Tinè al Mattino di Paodva - ma ho fatto notare che quello è uno spazio vuoto e tale dovrebbe rimanere, non andandolo a saturare con grossi volumi».

Foscarini

Rispunta quindi l'ipotesi di realizzare l'auditorium all'interno del palazzo Foscarini, in piazza Eremitani. A proporlo è Padova Bene Comune, che sabato ha ospitato due ex sindaci proprio per parlare della nuova casa della musica, durante un incontro che si è tenuto nella sala Cavalleggeri alla Prandina. Al tavolo c'erano Ivo Rossi, che l'idea del Foscarini l'ha avuta nel 2013 e Paolo Giaretta, oggi presidente dell'Orchestra di Padova e del Veneto. «L'ipotesi della Prandina ci è parsa fin da subito inapplicabile, ma abbiamo voluto ascoltare e capire cosa volesse fare il sindaco - spiega Pipitone di Padova Bene Comune - .Ora cerchiamo innanzitutto di aprire un nuovo dibattito sulla città e per la città. Capiamo se Padova un auditorium lo vuole o no e poi pensiamo alle soluzioni. Per noi l'ipotesi Foscarini rimane la migliore».

Ivo Rossi

«Io sono convinto che l'interesse e la domanda ci sia, perché il dibattito politico lo dimostra. Il Foscarini è di Banca Intesa, che quando ha partecipato all'operazione della riqualificazione del Pollini, concedendo anche alcune aule al conservatorio, ha detto chiaramente che lo deve alla città - evidenzia l'ex sindaco Ivo Rossi - .E allora, se così stanno le cose, una delle due ipotesi è la cessione alla città, visto che la musica ha già un piede dentro. Altrimenti, il Comune può acquistare con l'aiuto della Fondazione Cariparo. Non sono state fatte operazioni di indebitamento in questi anni e quindi i fondi dovrebbero esserci, ma la Fondazione aveva assicurato un investimento eventuale di 15 milioni, che diventerebbero 5 utilizzando il metodo dell'Art Bonus».

Giaretta

«Padova merita un auditorium, perché ha sicuramente un pubblico sensibile e tanti professionisti che lavorano nel mondo della musica - aggiunge Giaretta - .In questi anni ho sentito tante proposte senza né capo né coda, provenienti da chi non ha conoscenza del settore e di amministrazione. Quella della Prandina era una proposta affascinante, ma ormai il sogno è finito e credo sia importante trovare una casa del suono per la città. Siamo diventati l'ultima provincia del Nord Est per strutture e perfino Pordenone ha un auditorium nuovo, bello architettonicamente e perfetto come acustica». Riprende quindi il dibattito sul futuro dell'auditorium, ma anche su quello della ex caserma Prandina, sul quale però lo stesso Soprintendente Tinè è ottimista: «C'è grande sinergia con il sindaco e l'amministrazione. Sicuramente una soluzione la troveremo, nel rispetto del paesaggio e ripartendo dall'esistente».

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