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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La tragedia di Massanzago, i sindacati: «Non si parli di fatalità!»

Ennesima vittima, si tratta di un lavoratore edile in Provincia di Padova: la dura reazione delle segreterie territoriali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Fenea Uil

Nel padovano si continua a morire di lavoro. A Massanzago un operaio di 55 anni ha perso la vita in un cantiere edile. I sindacati non vogliono sentire parlare, ancora una volta, di fatalità.

55 anni 

«Dopo aver appreso la notizia dell’ennesimo incidente mortale successo stamane ad un lavoratore edile in Provincia di Padova, in una frazione del Comune di Massanzago, come Fillea Cgil Padova, Filca Cisl Padova e Rovigo e Fenea Uil – Area Vasta Veneto Pd-Ro – cioè le categorie che rappresentano, tra gli altri, anche i lavoratori edili – ci siamo immediatamente confrontati e davanti a questa tragedia e ci siamo detti che non basta più essere addolorati o rattristati per quanto accaduto. E questo, perché dopo aver appreso le prime scarne ricostruzioni dell’incidente – ossia la vittima è rimasta travolta da un carico sospeso improvvisamente precipitato da una gru – l’altro sentimento che abbiamo provato è stato quello della rabbia perché si tratta dell’ennesimo incidente evitabile costato la vita ad un lavoratore».

Gru

«Chiunque - sottolineano i sindacalisti - abbia esperienza lavorativa, a maggior ragione e soprattutto nei cantieri edili, sa che il rischio d’incidente è sempre dietro l’angolo. La casistica è infinita e davvero la fatalità può capitare in ogni momento, anche per una semplice disattenzione, un banalissimo caso. Se ci aggiungiamo anche la possibilità di avere incidenti in itinere, ossia recandosi o uscendo dal luogo di lavoro, ci rendiamo conto che è sostanzialmente impossibile avere il controllo di tutto quel che può accadere. Insomma: la fatalità può succedere. Ma quando si muore e si muore perché non si seguono le misure preventive da adottare durante le varie situazioni lavorative, come per esempio a quelle relative al trasporto in quota di carichi sospesi, allora non possiamo più parlare di fatalità ma della solita criminale sottovalutazione del rischio che è invece la vera causa di tante tragedie. Una martellata su un dito è una fatalità, non certo morire travolti da un carico staccatosi (e sarà bene capirne le cause) da una gru».  

Controlli

«Quanto successo oggi ci dice tre cose: la prima è che non è accettabile un sistema che dia per scontata l’eventualità che si esca di casa per andare al lavoro e che si possa non farne ritorno. E questo accade troppo spesso ai lavoratori del settore edile, purtroppo i soggetti più esposti a incidenti gravi e troppo spesso anche mortali. Eppure si tratta di un settore dove la forte bilateralità è elemento di controllo e dove i CPT (Comitati Paritetici Territoriali) sono l’ente preposto ai controlli sulla sicurezza dei cantieri. Si tratta di un settore dove la stragrande maggioranza delle imprese ha meno di cinque dipendenti, dove il titolare, spesso, lavora fianco a fianco ai propri dipendenti e non è raro che cada anch’egli in un infortunio sul lavoro. E purtroppo - mettono in evidenza i sindacalisti di  Fillea Cgil di Padova, Filca Cisl di Padova e Rovigo e Feneal Uil Area Veneto Padova e Rovigo - non possiamo non registrare che gli incidenti aumentano ogni qualvolta vi sia una ripresa dell'attività lavorativa, determinando la triste equazione “più cantieri uguale a più morti”. La seconda riflessione che ci impone quel che è successo riguarda quanto si debba ancora investire per evitare gli infortuni, per intensificare i controlli e per applicare le sanzioni a chi non rispetta le norme di sicurezza. Perché le norme esistono, ma se nessuno controlla che vengano applicate, allora rischiano di essere inutili.  E infine, questa morte, ci dice anche di come sia necessaria una reale consapevolezza sull’importanza basilare di quel che viene spiegato nei corsi di formazione, troppo spesso, purtroppo, intesi come degli obblighi burocratici da assolvere invece che come esperienze dove apprendere quei principi che devono diventare bagaglio permanente nella propria vita da lavoratore e che, se seguiti, salvano la vita».  

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