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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Serprino sotto attacco: il nome di uno dei vini simbolo dei Colli potrebbe essere usato da chiunque

La preoccupazione è tangibile quando si apprende come un Decreto Ministeriale apra la possibilità di usare lo stesso nome a chi, con le stesse uve del Glera, produca uno spumante generico. Non solo, Calaon: «Abbiamo scoperto poi che lo stesso decreto fa riferimento anche al Pinello, una varietà che pur essendo di nicchia rappresenta pur sempre una significativa espressione del nostro territorio»

Per gli amanti dei colli Euganei è impossbile non conoscere il Serprino. Nasce dal vitigno Glera e proprio grazie al terreno vulcaneo, questo vino riece ad esprinersi in maniera unica. Ormai è un simbolo idetificativo del territorio tanto che a luglio dello scorso anno si decise di dedicargli un intero fine settimana: la "Seprino week". La preoccupazione è tangibile quando si apprende come un Decreto Ministeriale apra la possibilità di usare lo stesso nome a chi, con le stesse uve del Glera, produca uno spumante generico. 

La denominazione deve rimanere riservata

«Serprino è innanzi tutto una Menzione Tradizionale per i Colli Euganei e come tale deve rimanere riservata a questa Denominazione senza aprirne l’uso ad inutili speculazioni che da troppo tempo danneggiano i produttori» – afferma Coldiretti Veneto che sulla diatriba registra la forte presa di posizione nei giorni scorsi dell’Assessore all’agricoltura Federico Caner, prontamente schieratosi a fianco dei viticoltori e del Consorzio di Tutela dei Colli Euganei, affinché il nome sia tutelato e riservato ad un’area che ad oggi è circoscritta a 500 ettari, per una produzione di più di 700mila bottiglie.

Un patrimonio del territrio euganeo

«Nella prossima conferenza Stato Regioni il ruolo della rappresentanza politica veneta sarà determinante – commenta Coldiretti Padova – per evitare che l’uso improprio di questa definizione svilisca e snaturi un prodotto da sempre patrimonio del territorio Euganeo».

Molti gli aspetti che non convicono

Coldiretti è certa che la Regione del Veneto farà sentire il suo peso anche su un aspetto più generale che caratterizza il provvedimento in discussione dato che la formulazione proposta dall’art.6 è particolarmente critica in quanto consentirebbe non solo al vitigno “Serprino” ma anche ad altre varietà di essere riportate in etichetta di una generica tipologia “rosso” o “bianco”, nonostante tali varietà siano state oggetto di specifiche previsioni restrittive nei disciplinari degli enti consortili. Queste e altre decisioni come ad esempio anche la concessione indiscriminata dell’uso di recipienti alternativi al vetro come plastica, lattine, tetrapak, non possono essere  consentite senza la valutazione degli enti consortili preposti. 

«I produttori si sono già mossi»

Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini dei Colli Euganei sottolinea come i produttori si siano già mossi: «Come Consorzio abbiamo già inviato più di una settimana fa una nota al Ministero, chiedendo di ripristinare la tutela prevista prima del decreto. Abbiamo scoperto poi che lo stesso decreto fa riferimento anche al Pinello, una varietà che pur essendo di nicchia rappresenta pur sempre una significativa espressione del nostro territorio. Ora auspichiamo che la Regione Veneto faccia valere le nostre ragioni nella Conferenza Stato Regione. E’ in gioco anche la difesa di un aspetto non certo secondario del nostro patrimonio di identità veneta».

No alla banalizzazione dell’identità locale

«Il lavoro fatto in questi anni conclude Coldiretti - che ha portato il Veneto a produrre il 75% del vino, come Doc o Docg, è opportuno che venga governato dalle scelte delle imprese e non lasciato ad automatismi che sotto la veste dell’efficienza introducono semplicemente la banalizzazione dell’identità locale».

Info web

https://padova.coldiretti.it/news/il-serprino-ancora-nel-mirino-di-un-decreto-ministeriale-coldiretti-veneto-luso-improprio-del-nome-e-un-danno-per-i-produttori/

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