Più di 15mila persone alla sfilata dei carri della festa dell’uva e del vino di Vo’
Vo’ ha di nuovo i suoi carri. Si è conclusa ieri con la sfilata dei Carri dell’Uva la 72a edizione della Festa dell’Uva e del Vino di Vo’. Alla sfilata ha assistito una folla di più di 15mila visitatori, 20mila se si considerano i tre giorni di Festa
Non solo carri, una festa della vendemmia a 360 gradi. Per rendere l’idea di come negli anni la Festa sia diventata un evento a tutto tondo sul vino, domenica 17 settembre 350 persone si sono prenotate per le visite guidate al MUVI, il Museo del Vino dei Colli Euganei dove si racconta la storia del territorio e della viticoltura euganea. Dopo due ore di sfilata festosa, la premiazione si è tenuta sul grande palco nel cuore del Villaggio Divino in piazza Liberazione, con 23 cantine del Consorzio di Tutela dei Vini dei Colli Euganei che per tre giorni hanno proposto le loro migliori produzioni ai visitatori, giunti da tutto il Veneto. Poco prima, una speciale giuria aveva premiato l’estetica dei migliori grappoli della vendemmia 2023 nella tradizionale Mostra delle Uve alla presenza di Stefano Marin, direttore del Consorzio Agrario del Nordest Agenzia di Vo’.
La storia
Prima del 2020, i carri allegorici, movimentati meccanicamente e interamente ricoperti, centimetro per centimetro, da mosaici di chicchi d’uva, erano il vanto e il simbolo del paese ai piedi dei Colli Euganei. Per costruirli e farli sfilare a settembre, l’intera comunità dei Mastri Carristi del paese, coordinata dal Presidente Francesco Sinigaglia, si è mobilitata già a febbraio e già in primavera i capannoni delle aziende agricole si sono popolati di carpentieri, falegnami e tantissimi volontari per la realizzazione di queste opere d’arte contadina. Per la costruzione e l’ornamento dei carri sono stati usati
- 2,5 tonnellate di ferro
- 3 tonnellate di uva per ricoprire i carri
- 2 tonnellate di legno
- 5,3 quintali di silicone
La sfilata dei 5 carri, preceduta da una carovana di vespe d’epoca riunite dal Vespa Club “Vo’ in Vespa, auto d’epoca e dal gruppo dei “Moscatini” (bambini vestiti in abiti tradizionali da vendemmia) ha percorso le vie di Vo’ e il perimetro di piazza Liberazione partendo dalla Cantina dei Colli.
I Mastri carristi
Ogni carro era circondato dal relativo gruppo di Mastri carristi, i veri protagonisti della festa dell’Uva assieme ai vini dei Colli Euganei: i Perbacco, I ragazzi della Porta Accanto, I Giovani dei Colli e i Fusi. Questi ultimi fanno costruito ben due carri per questa edizione.
I temi
Le allegorie e le fonti di ispirazione dei carri sono state le più varie. Dalla Divina Commedia (carro poi risultato primo classificato), al cinema con la reinterpretazione di Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato, al tema dell’ambientalismo con l’esaltazione della Terra Madre, fino al tema del rifiuto delle armi come risoluzione alle controversie umane e al classico e sempre amatissimo tema Natalizio.
Il carro vincitore
A portare a casa il Palio di Vo’ simbolo del carro vincitore, ricevendolo dalle mani del Sindaco Giuliano Martini e dal Presidente del Consorzio di Tutela , sono stati i Perbacco con il carro "“La Divina Commedia, un percorso di…vino” di fronte ad una piazza Liberazione gremita all’inverosimile, chiudendo finalmente il cerchio spezzato dal Covid.
Le aziende del territorio
La Festa dell’Uva e del Vino è resa possibile dal sostegno di molte aziende del territorio, tra le quali va in particolar modo sottolineato l’apporto ed il sostegno profusi da: Cantina dei Colli Euganei in qualità di Main partner della 72^ edizione e anche di Banca Adria Colli Euganei, in qualità di gold partner.
La classifica
1^ classificato: gruppo dei Perbacco con “La Divina Commedia, un percorso di…vino” con 107 punti
2^ classificato: gruppo I ragazzi della Porta Accanto con “Willy Ombra e la fabbrica del vino” con 98 punti
3^ classificato: gruppo I giovani dei Colli con “Il mondo che vorrei” con 88 punti
4^ classificato: gruppo I Fusi con “Babbo Natale premia l’attesa dei bambini, come l’uva quella dei contadini” con 86 punti
5^ classificato: gruppo i Fusi con “l’unica arma che tollero è il cavatappi” con 78 punti
Il tema del carro vincitore “La Divina Commedia, un percorso di…vino”
L’allegoria è stata realizzata come una struttura interamente abitabile, a “misura d’uomo”, e per questo ha richiesto un ampio lavoro di progettazione per sfruttare al meglio le dimensioni del carro. L’intera struttura è, inoltre, modulare, in quanto è stata lavorata a terra disassemblata per poi essere ultimata sul pianale del carro nell’ultimo periodo, per venire in contro alle difficoltà nel trovare un luogo all’interno del quale procedere con i lavori. Le superfici sono state lavorate interamente a mano prima mediante l’incisione a caldo di polistiroli e poi rifinite con l’utilizzo di stucchi e rasature. I due diversi ambienti rappresentati nel carro, Purgatorio e Paradiso terrestre, portano con sé due differenti ordini stilistici al fine di evidenziare al meglio le loro differenze: la pesantezza e la difficoltà della scala del Purgatorio, circondata da archi romanici a tutto sesto, viene enfatizzata da uno stile di ispirazione romanica, che ne esalta la solida e massiccia composizione; il Paradiso terrestre, al contrario, è rappresentato utilizzando uno stile che si rifà al gotico, per quanto riguarda l’ariosità degli archi acuti nel porticato nel retro del carro, e al barocco per i richiami naturalistici e sfarzosi che questo propone. L’allegoria presenta due diversi movimenti azionati attraverso pistoni idraulici. Il primo ha la funzione di elevatore e riesce a sollevare l’intero secondo piano del Purgatorio, il secondo fa “sbocciare” la “candida rosa” del Paradiso, al centro della quale compare un grappolo d’uva. Durante la sfilata nel momento della rappresentazione nelle diverse tappe i movimenti dell’allegoria sono accompagnati dalla declamazione di un testo composto in terzine dantesche, che descrive il viaggio di...vino di Dante alla scoperta del mondo del vino. In fine, nella realizzazione del carro è stata prestata particolare attenzione all’utilizzo di materiali riciclati e di scarto, al fine di ottimizzare l’impatto economico del progetto e di realizzare un’opera che avesse il più basso impatto possibile sull’ambiente.
Il significato dell’opera
Un impervio percorso di...vino nei tre regni dell’oltretomba aspetta Dante, che spaventato, entra nell’Inferno attraverso una porta che lo minaccia di lasciare ogni speranza di vita. A confortarlo e incoraggiarlo c’è Virgilio, il grande sommelier, che prende per mano il viandante e lo accompagna nella sua ascesa. Si avvicinano ad una nave e, impietriti, fanno la conoscenza di Caronte, traghettatore di anime ed emblema della crudeltà che lì regna. I dannati che si maledicono sono l’esempio della parte oscura del mondo del vino, essi rappresentano l’ebrezza in tutte le sue forme, soprattutto quelle che scaturiscono dalla scelta dei vini poco pregiati.
Abbandonate le anime prave ed uscito a respirare, Dante con il suo sommelier sale i gradini del Purgatorio, incontrando i quattro personaggi distintivi del regno: Catone che muore per la propria libertà, Pia de’ Tolomei che ricerca la pace, Giotto che sfrutta la sua creatività per donare bellezza e Matelda che regala la luce dell’aiuto. Questi quattro personaggi incarnano le virtù del vino: Dante scopre così come questa bevanda può essere dono di libertà, pace, creatività e luce. Sulla sommità della gradinata, ad accoglierli, c’è una creatura alata luminosissima che li rassicura sul sapore soave e dolce dei vini. Con questa certezza Dante, determinato ed inebriato, si sente pronto a salire alle stelle. E nell’arrivare nel Paradiso terrestre incontra Beatrice, l’ebbrezza della sua gioventù, la magnifica donna angelicata che ha reso i suoi sogni una virtù. Lo prende per mano e lo conduce dove ogni anima danza e canta, brindando con i vini più preziosi dei Colli Euganei.
La visione è favolosa, ma ancora più incantevole è quando, alzando gli occhi, vede una candida rosa, che raffigura i Vini stessi dei Colli Euganei, i più nobili, sublimi e preziosi di tutti. Dai petali bianchi si eleva un grappolo d’uva: simbolo del sapore della vita e di tutto ciò che la rende oltremodo deliziosa.