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LA LETTERA / Porta Trento Sud / Via Volturno

Taglio degli alberi in via Volturno: «Per quanti residenti e per chi parlano i vari comitati? Approccio sbagliato»

La lettera di Andrea Lion, ricercatore e abitante del quartiere Palestro che contesta l'approccio avuto in questi ultimi giorni dagli ambientalisti

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di Andrea Lion

«Gentile direttore,

leggo su sito a data di oggi un discreto spazio dedicato alla raccolta firme di vari comitati cittadini contro l’abbattimento di 4 platani lungo via Volturno (https://www.padovaoggi.it/attualita/comitati-contro-abbattimento-alberi-volturno-padova-21-gennaio-2024.html). Mi lasci condividere due considerazioni che mi nascono spontanee:

Trovo sempre singolare come queste raccolte firme siano da un lato parziali e faziose e dall’altro farcite e allargate a temi distanti dal motivo per cui nascono. Parziali perché sul tema specifico ci si focalizza sui 4 platani in abbattimento (mai positivo, sia chiaro) dimenticando però di dire che tutto il resto dell’alberatura sulla medesima via rimarrà, che tale sacrificio servirà per depavimentare buona parte di via Orsini (portando la superfice permeabile dall’attuale 53% all’80% del totale perimetro Prandina) e che verrà realizzato un nuovo bosco urbano. Allargate a temi ben più distanti perché vengono tirati in ballo in poche righe il progetto Campo di Marte (aree di proprietà FS) o capillarità e gratuità delle corse del servizio di trasporto pubblico che – per quanto condivisibili in altri contensti – nulla hanno a che fare con i 4 platani.

Osservo sempre con sospetto quando al posto di firme di persone ci sono genericamente riportati nomi di vari comitati. Passi il fatto che alcuni sono ben distanti almeno geograficamente dal sito di interesse e che forse nulla sanno della situazione specifica della via del rione Palestro. Mi lascia però perplesso non sapere per quanti e quali persone parlano. Un po’ come se questa mia lettera riportasse la firma di un comitato “Palestro per” che permetterebbe di estendere d’ufficio un’opinione personale ad un’opinione di molti.

Sia chiaro: ho 35 anni, sono per la tutela dell’ambiente e ho passato la mia vita passata e investo quella presente per promuovere la sostenibilità ambientale e sociale in ogni contesto (ne ho fatto il centro del mio dottorato di ricerca e tratto il tema con una certa frequenza in un’azienda di grandi dimensioni). 

Reputo tuttavia che il percorso verso la sostenibilità sia da fare con consapevolezza e razionalità, senza usare questi approcci che rischiano di polarizzare il dibattito allontanando la definizione un percorso condiviso e duraturo».


 

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