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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Monumenti insoliti, dalla storia particolare o nascosti di Padova

Vagando per il centro di Padova si gode della vista di monumenti unici e bellissimi, intrisi di storia e di vita. Eppure spesso degli stessi diamo per scontata l'origine, ignorando che celano una storia molto più insolita e interessante di quanto non potremmo ritenere. A volte celano addirittura se stessi. Ecco una lista di monumenti insoliti, dalla storia particolare o nascosti, che Padova tiene in serbo.

La tomba di Antenore, nell'omonima piazza. L'edicola fu costruita nel 1284, dopo il ritrovamento in via San Biagio di sarcofago in cipresso e piombo contente i resti di un guerriero provvisto di spada e due vasi di monete d'oro. Il giudice e studioso Lovato Lovati attribuì l'identità del corpo al mitico guerriero Antenore, descritto da Tito Livio come il fondatore troiano della città di Padova. Nel 1985, però, analisi sulla salma hanno stabilito che i resti umani appartengono in realtà a un guerriero ungaro morto probabilmente durante le invasioni barbariche del IX secolo.

La Gatta, via sant'Andrea. Nessuno sa datare l'origine del manufatto originale: probabilmente era un grifone, animale mitologico ricorrente nell'iconografia longobarda; si sa che giunse a Padova nel 1209 dopo le battaglie combattute fra la città e Aldobrandino d'Este, ma che già nel 1212 fu restituita agli Estensi e sostituita con una statua simile. Distrutta la prima volta sul finire del Settecento, la scultura fu integralmente ricostruita da Felice Chiareghin. Nel 1914 fu quindi vandalizzata, e ricostruita nuovamente dallo scultore Antonio Penello. Infine, nel 2013, un mezzo in manovra la schiantò al suolo distruggendola; il Comune la sostituì con una copia. Insomma, la Gatta di sant'Andrea non è certo originale, anzi, già tre volte è stata sostituita con una copia.

Il teatro Zairo, Prato della Valle. Ecco un monumento "invisibile": sotto i canali dell'isola memmia, infatti, si estendono i resti di un teatro romano in origine probabilmente identico a quello di Verona; il nome Zairo, riportato per la prima volta in una cronaca del 1077, deriva probabilmente da "Satiro". Fu costruito nel 60 d.C., e misurava probabilmente un raggio di 50 metri. Dopo le invasioni barbariche fu smembrato come l'arena romana per procurare materiale edile destinato alla costruzione di Venezia, dimenticato e poi riscoperto nel 1795.

Il ponte di San Lorenzo, riviera Ponti Romani. Il ponte romano fu costruito nel 30 a.C., ed era un solido ed elegante ponte a tre arcate che congiungeva la città all'altra sponda del Medoacus, che all'epoca correva lungo le riviere attualmente interrate. Riscoperto nel '700 ma riportato alla luce solo nel 1938, è l'unico dei cinque ponti romani che all'epoca passavano sul fiume ad essere ancora integralmente visibile... peccato che il sottopassaggio che congiunge via San Francesco a palazzo Bo, che ne permetterebbe la visita, sia chiuso ormai da più di un decennio.

Sotterranei di Palazzo della Ragione. Durante i recenti restauri del Salone, un autentico alveare di resti archeologici sono venuti alla luce: case forti, case torri medievali, i resti delle antiche galere, pozzi, la pavimentazione di una domus romana risalente al primo secolo d.C. e persino un fossato marginato da strutture lignee e in muratura che confermano le cronache di Giovanni da Nono secondo cui il Salone fu costruito sul sito di un laghetto paludoso in cui i cittadini usavano pescare, la qual cosa suscitò non pochi malcontenti nella popolazione della Padova del XII secolo.

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